Il Giardino di via Musinè angolo corso Svizzera, nella Circoscrizione 4, da questa mattina è dedicato alla memoria di Ludovico Lazzaro Zamenhof, noto per aver dato vita, a cavallo tra 800 e 900, alle basi dell’esperanto.
La figura del medico e linguista polacco, nato a Bialystok nel 1859 e morto 57 anni dopo a Varsavia, è stata introdotta dal consigliere Silvio Magliano che, in rappresentanza della Città, ha dato il benvenuto proprio in lingua esperanto alle autorità e ai cittadini presenti, tra i quali molti bambini della scuola primaria Manzoni di corso Svizzera.
“Zamenhof, ha sottolineato Magliano, ha provato a unire i popoli realizzando l’esperanto, una lingua che possono usare tutti. L’Europa si fonda anche sul concetto che possa esserci una sola lingua per parlarsi e per conoscersi. Zamenhof infatti provò ad attuare il suo progetto nella convinzione che alcuni conflitti sarebbero diventati meno forti. Oggi, in Europa, ha evidenziato, manca la capacità di concepirsi insieme e la lingua potrebbe essere un nuovo modo di comunicare tra le istituzioni internazionali”.
Fabrizio Angelo Pennacchietti, presidente onorario del centro esperanto di Torino, ricordando come fin dal 1913 si sia formalizzata la prima società di esperantisti torinesi, ha sottolineato come proprio quest’anno ricorra il centesimo anniversario della morte di Zamenhof, commemorato anche dall’Unesco. “L’esperanto, ha affermato, non è una lingua che si tramanda di padre in figlio ma si impara per una scelta personale”.
Michela Lipari, presidente della Federazione esperantista italiana, ha ricordato come “l’esperanto rappresenti una carica di energia e di vitalità che aiuta a rompere le barriere linguistiche e culturali” mentre Ulrico Leiss de Leimburg, console onorario della Polonia a Torino, ha descritto il contesto sociale che ha ispirato Zamanhof, la città di Bialystock con la presenza di ebrei, tedeschi, polacchi e russi.
Prima dello scoprimento della targa dal tricolore, il saluto del presidente della Circoscrizione 4, Claudio Cerrato che ha auspicato iniziative nel giardino in collaborazione con l’associazione degli esperantisti per mantenere viva la vocazione internazionale di Torino.