“Da oggi si può tracciare un percorso ideale che lega Bianca Guidetti Serra a questa città: la casa dove visse e aveva il proprio studio professionale, la biblioteca a lei intitolata due anni fa, il Palazzo Civico che la vide consigliera comunale nel corso di quattro mandati amministrativi, il Centro Studi Piero Gobetti del quale fu presidente”. Con queste parole, Chiara Acciarini, a nome del Comitato nazionale per il centenario della nascita di Bianca Guidetti Serra (1919-2014), ha in un certo senso riassunto l’impronta profonda lasciata nella storia di Torino da una donna decisamente fuori del comune.
Antifascista e partigiana con Giustizia e Libertà, avvocata in un periodo nel quale, almeno di fatto, la professione sembrava ancora relegare le donne ai propri margini. Un’avvocata impegnata nella tutela dei deboli, che anche come consigliera comunale e parlamentare (di volta in volta con il PCI, il PDS o Democrazia Proletaria) si era dedicata a tante cause generose in difesa dei lavoratori e lavoratrici, così come della salute e dell’ambiente (sua la prima firma sulla legge per vietare l’uso dell’amianto). Questa mattina, la limpidezza e coerenza del suo percorso umano, politico e intellettuale è stata rimarcata nel corso dei vari interventi che hanno preceduto l’inaugurazione di una targa commemorativa al civico 24 di via San Dalmazzo, dimora e studio professionale di Guidetti Serra.
Il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Enzo Lavolta, intervenuto in rappresentanza della Città di Torino, ne ha ricordato l’essere stata sempre dalla stessa parte e il ruolo avuto nella propria formazione politica, citandone anche brani dell’autobiografia Bianca la rossa, mentre il presidente della Circoscrizione 1, Massimo Guerrini, ha sostenuto la necessità di contrastare la labilità della memoria e rievocato come Guidetti Serra avesse sempre rivendicato come la propria vita individuale fosse strettamente intrecciata con l’attività professionale e l’impegno politico e civile.
Fabrizio Salmoni ha invece ricordato aneddoti familiari, dalla sua infanzia fino agli ultimi giorni di sua madre, sempre incentrati su quella casa e sul prospiciente Giardino Lamarmora. Per il Centro Studi Piero Gobetti, Gastone Cottino ha sottolineato come Bianca Guidetti Serra fosse “una tenace e inflessibile combattente, sempre però capace di interrogarsi sulle ragioni dei propri avversari“. Cottino l’ha definita come una persona “che non si arrese mai, inserita nel grande parterre di uomini e donne del ‘900 che hanno costruito la nostra democrazia“, aggiungendo che “il ‘900 è stato un secolo di orrori ma anche di grandi idee e speranza nella costruzione di un mondo diverso“.
Claudio Raffaelli