Approvata lunedì 25 settembre, con 24 voti a favore e 1 contrario, la mozione presentata da Damiano Carretto e altri consiglieri del M5S sul riconoscimento di uso civico per la Cavallerizza Reale. Il documento, riconoscendo la validità del lavoro di proposta, sperimentazione e ricerca condotto sinora dai cittadini rappresentati dall’Assemblea Cavallerizza 14:45 quale processo di autogoverno, impegna l’amministrazione comunale a richiedere all’Assemblea una proposta per l’uso civico dell’intero compendio- senza escludere alcun soggetto – e a richiedere alle istituzioni sovraordinate (regionali, nazionali, europee) i fondi necessari per la realizzazione del modello proposto, ovvero le risorse necessarie per il reintegro integrale della Cavallerizza reale al patrimonio della Città. La votazione del provvedimento è stata preceduta da un dibattito in aula. Damiano Carretto (M5S), presentando il provvedimento, ha voluto precisare che esso non prevede in alcun modo l’assegnazione di un bene pubblico ad un soggetto, ma chiede alla Giunta di dare la possibilità a un gruppo di cittadini di codificare un regolamento di uso civico, senza che questo escluda alcun altro soggetto. Si tratta, ha aggiunto il consigliere, di un’innovazione giuridica che codifica ciò che la Cavallerizza è diventata, un centro di elaborazione artistica e culturale, che chi lo voleva cartolizzare aveva di fatto abbandonato. Massimo Giovara (M5S) ha da parte sua definito questo come l’avvio di un difficile percorso di innovazione giuridica, aggiungendo che si tratta soltanto di elaborare un Regolamento di uso civico che non significa un affidamento, come dimostrato, ha concluso, dall’inserimento nella mozione di un emendamento che chiarisce questo aspetto. Fabrizio Ricca (Lega Nord) ha stigmatizzato il fatto che nessun progetto alternativo sia stato presentato in Consiglio comunale né in Circoscrizione, segnalando il fatto che da parte del consigliere Carretto si fosse parlato di una scelta politica. Per Ricca (che ha chiesto se il Comune paghi
le utenze agli occupanti) un polo culturale, se occupato illegalmente, pare con bar e ostelli abusivi, non può essere riconosciuto come tale dal Comune. Per Roberto Rosso (Direzione Italia), tutto quello che serve a regolarizzare una presenza giovanile è comunque positivo, ma occorre notare come sia difficile tutelare il patrimonio culturale in Italia. Non so però che destino potrà avere la Cavallerizza con questi giovani, ha affermato, sottolineando come non sempre dei ragazzi possano sopportare i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria di un bene così prezioso. Viviana Ferrero (M5S) ha richiamato i riferimenti della Costituzione relativi all’utilizzo di beni comuni sottolineando come i cittadini si attivano diventano soggetti responsabili, solidali che in piena autonomia collaborano con l’Amministrazione nel perseguimento dell’interesse generale e della cura dei beni comuni. Da parte sua, Francesco Tresso (Lista Civica per Torino), invece riscontra la poca capacità di produzione da parte della Giunta. Dopo oltre un anno di discussione su questo tema “tramutare in mozione un documento redatto dagli occupanti dell’Assemblea 14.45, delegando a loro anche un atto politico di questa rilevanza, è veramente poco”, ha affermato. E’ mancata finora trasparenza sulla rendicontazione economica nell’occupazione e nell’organizzazione degli eventi, al di fuori di ogni schema di convenzione. Viene assegnato un bene comune che non è patrimonio del Movimento 5 Stelle ma dell’Unesco, non agli occupanti, i quali però devono approntare un modello, non si sa sulla base di che cosa. Eleonora Artesio (Torino in Comune – La Sinistra) definisce debole la mozione perché non definisce gli elementi di contesto, la destinazione complessiva del compendio, per il quale si è in attesa del masterplan, e di vedere come l’Amministrazione corrisponda alle sollecitazioni contenute nella mozione rispetto alla possibilità di decartolarizzazione. Sottolinea come non vengano individuati i percorsi con i quali la Città vuole dare corpo e vita alla propria definizione dei beni comuni e le modalità attraverso le quali favorirne l’uso civico mentre lascia realizzare l’esperienza della Cavallerizza all’Assemblea. Chiara Foglietta (PD) ha dichiarato di non condividere né nel merito né nel metodo la mozione affermando “di non essere disponibile a votare un atto del genere” ricordando come sia stato proprio il Movimento 5 Stelle ad aver chiesto di inserire nel regolamento di Beni comuni, una norma atta che non consentisse di sanare le occupazione illegali. Il vicesindaco Guido Montanari ha spiegato la genesi della redazione del progetto di massima per la Cavallerizza Reale, un tema discusso anche a livello nazionale che porta in sé una profonda innovazione giuridica metodologia legata al tema dei beni comuni, uscendo dalle maglie strettissime del precedente indirizzo di privatizzazione. Il Comune, ha precisato in risposta a Ricca, non paga alcuna utenza. Cassa depositi e prestiti sta discutendo con il Comune sulle parti di sua proprietà. Il futuro della Cavallerizza è quello di un polo culturale – rivolto anche all’università e alla ricerca – e di ricettività giovanile. I lavori di restauro della Cavallerizza sono avviati, con i Musei Reali stiamo lavorando sui giardini alti e bassi e sul muro di contenimento che concerne la Cavallerizza: tutto sta andando avanti con ampia partecipazione dei cittadini, ha concluso Montanari.
Federico D’Agostino e Claudio Raffaelli