Il completamento della pista ciclabile di via Nizza è stato al centro del dibattito della riunione delle Commissioni Urbanistica e Ambiente di oggi pomeriggio, presieduta da Roberto Malanca: “Una volta terminati questi interventi sarà possibile percorrere la città, da nord a sud, lungo un unico percorso ciclabile di 12 chilometri da corso Bramante a corso Venezia”, ha commentato l’assessora alla Mobilità, Maria Lapietra.
Lo scorso giugno la Città di Torino ha partecipato al ‘Programma di incentivazione della mobilità sostenibile (PriMUS)’, aderendo al bando del Ministero dell’Ambiente rivolto ai Comuni con più di 50mila abitanti che prevede il cofinanziamento per nuove piste ciclabili in grado di rispondere alla domanda di spostamenti urbani casa-lavoro e casa-scuola.
L’obiettivo è rendere ciclabile l’intero asse di via Nizza consentendo di muoversi in sicurezza ai pedoni e a chi si sposta in bicicletta; l’intervento si propone di risolvere i problemi rappresentati dagli incroci stradali con i corsi Bramante e Vittorio Emanuele II posti all’estremità dell’asse, all’altezza di piazza Carducci da una parte e di Porta Nuova dall’altra, per ottenere una piena funzionalità del percorso.
Nello specifico, è previsto il completamento del tratto in corrispondenza del piazzale situato a fianco della stazione ferroviaria e la realizzazione di un nuovo attraversamento dedicato che permetta di accedere più agevolmente alla bidirezionale verso Porta Susa e al centro cittadino.
La soluzione per il nodo di piazza Carducci consentirà di raggiungere il versante sud, dove la pista proseguirà – il progetto è in una fase di prima elaborazione – fino al complesso multifunzionale del Lingotto e al grattacielo della Regione Piemonte e il Po, attraverso il collegamento con la circolare 2 proveniente dal cavalca ferrovia di corso Bramante.
È inoltre prevista l’integrazione dell’illuminazione pubblica insieme all’installazione di dispositivi di videosorveglianza, di rastrelliere e archetti portabici.
Gli interventi ipotizzati su Via Nizza sono pari a circa 710.000 mila euro; nel caso la Città dovesse incamerare il finanziamento ministeriale riceverebbe 470mila euro di fondi governativi, mentre la parte residua di 240mila euro sarebbero a carico dell’amministrazione comunale.
(R.T.)