112.000 persone. Quasi il 40% di chi, in Piemonte, vive ai margini della soglia della povertà e alle quali il Banco Alimentare offre un significativo sostegno. Nel 2017 quasi 7.000 tonnellate di generi alimentari. Una realtà complessa ed importante di una delle onlus più grandi del Paese che, nella nostra regione, può contare su una dozzina di dipendenti ed oltre duecento volontari impegnati almeno due giorni la settimana. Quattro sedi in Piemonte, la principale a Moncalieri, al confine con Torino, in un vecchio capannone di proprietà della Città, concesso in uso ad una cifra simbolica. Qui, ieri, durante un sopralluogo, i consiglieri comunali hanno incontrato il presidente Salvatore Collarino e il direttore Vilma Soncin per conoscere nel dettaglio il progetto e l’operatività del Banco Alimentare. Collarino e Soncin hanno spiegato le procedure e snocciolato i dati più significativi delle attività svolte. Come funziona, ad esempio, la rete di strutture caritative che sono il punto di arrivo dei prodotti e che si occupano di distribuire gli alimenti ad ogni singola persona in difficoltà. Di quanti prodotti vengano raccolti grazie a donatori pubblici e privati, istituzioni ed aziende, supermercati e collette alimentari. Pasti pronti, prodotti freschi e a lunga conservazione. Una rete infinita per porre un qualche argine alla povertà, contrastarla nella consapevolezza che è, forse, impossibile, sconfiggerla.
Marcello Longhin