Come si stanno riorganizzando i Servizi Sociali della Città di Torino per affrontare l’emergenza Covid-19?
Se ne è discusso nella seduta congiunta del 3 aprile 2020 delle Commissioni Controllo di gestione, IV e Diritti e Pari opportunità, presieduta inizialmente da Claudio Lubatti e, successivamente, da Fabio Versaci.
La vicesindaca e assessora al Welfare Sonia Schellino ha spiegato a consigliere e consiglieri che all’inizio della crisi le prime indicazioni ricevute da Governo e Regione erano di lasciare aperti i servizi pubblici essenziali, comprese le attività di prossimità e vicinanza a persone fragili, ed erano quindi state interrotti solo gli incontri nei “luoghi neutri”, poi recuperati in maniera “virtuale”.
Con l’acuirsi dell’emergenza, sono poi state ridotte le attività in presenza, ma sono comunque rimasti operativi i servizi offerti dalla Città.
Sono tuttora aperti, seppur con alcune limitazioni, i poli di inclusione sociale e i distretti territoriali, per interventi urgenti e per appuntamenti con prenotazione telefonica, così come fa anche il Centro Antiviolenza.
Sono operativi – con personale ridotto – anche l’ufficio assegni famiglie e il servizio anziani, il servizio disabili, il servizio lavoro, il servizio prevenzione fragilità adulti in difficoltà, l’edilizia residenziale pubblica, Locare, ecc.
Il servizio minori e stranieri sta lavorando su turni ed è completamente operativa la reperibilità telefonica per il pronto intervento minori.
Sono presenti complessivamente – ha spiegato Schellino – 668 dipendenti (poco più della metà).
La consigliera Maria Grazia Grippo (PD) ha chiesto delucidazioni sulle criticità finora riscontrate e sulla situazione delle Rsa, mentre Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) ha domandato quanto personale è impiegato per la gestione dei buoni pasto e se vengano utilizzati anche i volontari che avevano chiesto di operare per la Protezione Civile cittadina.
Ulteriori richieste di informazioni sull’organizzazione degli uffici sono state avanzate anche da Elide Tisi (PD).
L’assessora Schellino ha precisato che non per tutte le attività è stato possibile operare in smart working, in particolare per il centralino (ma in futuro si potrebbero smistare meglio le linee telefoniche), mentre non è stato possibile impiegare presso i Servizi Sociali tutti coloro che avevano chiesto di lavorare per la Protezione Civile: alcuni avevano offerto disponibilità ridotte, ad esempio per un’ora al giorno, oppure non sono stati disponibili ad andare presso servizi diversi, come magari le mense pubbliche.
Il protocollo sulle Rsa – ha detto – è di competenza della Città Metropolitana e non del Comune.
Per i buoni spesa che la Città erogherà – ha aggiunto – sono state formate 120 persone, per lo più dipendenti dei Servizi Sociali, ma anche delle Circoscrizioni.
Per quanto riguardo la residenza socio-assistenziale Bricca, la dirigente dell’Area Servizi Sociali Marina Merana ha spiegato che lo scorso 20 marzo si è verificato un caso di positività al Covid-19 e si è subito proceduto all’allontanamento cautelativo dei sanitari che avevano avuto contatto con il paziente. È stata quindi espletata una gara per l’appalto in estrema urgenza per l’affidamento del servizio per un mese (iniziato il 25 marzo, prorogabile), sospendendo la gestione diretta, anche per poter potenziare l’organico e avere una supervisione medica.
Per quanto riguarda i servizi esterni, i Centri diurni per minori, e poi anche quelli per persone con disabilità, sono stati chiusi e riconvertiti in attività con monitoraggio a distanza. Non è stato invece interrotto il servizio domiciliare per persone anziane, se non altrimenti chiesto dagli utenti.
Non sono state sospese neanche le attività espletate per conto del Tribunale dei Minorenni.
Massimiliano Quirico