“Promuoverò un’iniziativa interistituzionale con la Regione Piemonte e con il Ministero dello Sviluppo Economico perché si possa individuare una linea di sviluppo industriale”.
Questo l’orientamento del sindaco Stefano Lo Russo, espresso al termine della commissione Lavoro, presieduta da Pierino Crema, nel quale il primo cittadino ha tracciato un quadro sulle prospettive dell’automotive in città e sulla prospettiva di un secondo produttore, dando così seguito alla richiesta di comunicazioni, su questo tema, avanzate dal vicecapogruppo di Forza Italia, Domenico Garcea.
Lo Russo ha descritto lo stato dell’arte del percorso di elettrificazione.
Ha evidenziato come oggi abbiamo 40,9 milioni di veicoli. Di questi, l’89% sono veicoli cosiddetti tradizionali, il 9,8% a metano e gpl e l’1,2% elettrici o full electric (circa mezzo milione). Sono numeri del governo italiano, in un piano che prevede per il 2030 la circolazione di 37 milioni di veicoli. Quindi primo dato che salta all’occhio e che da 40,9 si passa a 37 milioni di veicoli circolanti, con i veicoli tradizionali che dovrebbero scendere dall’89 al 70%, quelli ad alimentazione alternativa salire dal 9,8 al 12%, gli elettrici dall’1,2 al 18%. Quello è un target a 2030 ed è evidente che i trend di immatricolazione dei veicoli elettrici attuali non sono assolutamente in grado di raggiungere l’obiettivo. Lo scenario ipotizzato di arrivare al 2.036, con 4 milioni di veicoli elettrici sembra impossibile da raggiungere.
Lo Russo è quindi passato a sottolineare come accanto al tema della produzione, esista un tema di infrastrutturazione e di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Per 4 milioni di veicoli servono 11,2 Tera Watt ora l’anno, pari al consumo elettrico annuale di Torino, Verbania e Vercelli o di quattro milioni di famiglie, consumi 50 volte superiori a quelli attuali per le auto elettriche. Per ottenere il 60% dell’energia elettrica consumata in Italia derivante da fonte elettrica rinnovabile, occorrerebbe costruire ex novo 9,8 gigawatt di impianti fotovoltaici, pari a 25 volte la potenza installata della centrale Iren di corso Regina Margherita che occuperebbero diverse migliaia di chilometri quadrati.
Il Sindaco ha analizzato l’impatto sulla rete, di media e bassa tensione non nelle condizioni di reggere i consumi derivanti da una simile previsione.
Vanno aggiunti ulteriori elementi di analisi che riguardano tutte le filiere di approvvigionamento dei materiali necessari alla transizione verso l’auto elettrica, materie prime come grafite, rame, nichel, manganese, litio, cobalto, che si trovano in Cina, Sudafrica, Congo, Australia e Cile.
In relazione ad un’eventuale ipotesi di un secondo produttore di auto a Torino Lo Russo ha evidenziato come “qualunque imprenditore che voglia venire in Italia e a Torino a produrre e a creare ricchezze e posti di lavoro é benvenuto” ma purchè lo facci con risorse proprie perché, diversamente, prima di concedere fondi pubblici occorre capire come vengano investiti.
Dopo l’intervento del Sindaco si è sviluppato il dibattito.
Per Domenico Garcea (Forza Italia), bisognerebbe ripensare al nucleare mentre per Giovanni Crosetto (FDI) le auto elettriche che non si vendono rappresentano il fallimento di una politica industriale sovranazionale. Secondo Claudio Cerrato (PD) non sono né il Comune né la Regione in grado di disporre di una capacità finanziaria per portare avanti una innovazione industriale ed infrastrutturale ma occorre l’intervento del Governo mentre per Paolo Damilano (Torino Bellissima) si rischia di andare incontro ad una crisi economica che non permetterà di acquistare auto elettriche né diesel. Andrea Russi (M5S) si è dichiarato non soddisfatto perché non si è parlato di Stellantis, gruppo che è in crisi soltanto in Italia. Silvio Viale (+ Europa) ritiene che la relazione del Sindaco dimostri una situazione di impotenza. Emanuele Busconi (Sinistra ecologista) considera che si sia negata la crisi climatica per mantenere lo status quo. Ora occorre pretendere da Stellantis investimenti e garanzie sotto il profilo produttivo.
In conclusione, il presidente della Commissione, Pierino Crema, condividendo la proposta di iniziativa interistituzionale avanzata dal Sindaco, ha chiesto che siano coinvolti anche gli amministratori dei comuni che ospitano aziende dell’indotto auto.
Federico D’Agostino