E’ stata recapitata al neo presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, una lettera firmata da 24 amministratori e amministratrici di comuni italiani, accomunati da una storia personale di immigrazione, nella quale si avanzano proposte per la riduzione dei tempi di attesa del permesso di soggiorno.
Assessori e consiglieri, in occasione della 47 Assemblea Nazionale dell’Anci, hanno voluto sottolineare come sia un dovere delle istituzioni rimuovere ogni ostacolo – incluso quello burocratico – che rallenti il processo di integrazione e inclusione sociale. Una burocrazia inefficiente, evidenziano, non è solo un disservizio ma un limite al diritto di costruire una vita dignitosa.
Lo hanno fatto durante un incontro che si è svolto nella Sala Rossa del Lingotto Fiere, moderato dal consigliere comunale di Torino, Abdullahi Ahmed dal titolo “Da migranti ad amministratori comunali: esperienze dirette di nuovi cittadini”.
In particolare, invitano ad aprire un dibattito sulla necessità di ridurre i tempi per l’ottenimento del permesso di soggiorno, che oggi richiede da 9 a 12 mesi, oltre 4 mesi per il rilascio del documento. Tempi lunghi che non solo ostacolano la vita quotidiana, ma incidono anche sui diritti fondamentali delle persone coinvolte dal momento che, nella fase di rinnovo, i cittadini vengono trattati come “soggetti provvisori”, con il rischio di sospensione di assegni familiari, invalidità e altre tutele sociali essenziali.
Di qui la proposta di sperimentazione nazionale presso gli uffici comunali e di polizia municipale per la gestione di pratiche amministrative legate al rinnovo dei permessi di soggiorno. In particolare, nei comuni non capoluogo di regione, questa soluzione potrebbe alleggerire il carico di lavoro delle Questure e garantire una maggiore accessibilità ai servizi per i cittadini.
Nello stesso tempo chiedono che sia stipulato un protocollo d’intesa con le Questure per consentire che la trasmissione dei rinnovi dei permessi di soggiorno all’anagrafe sia effettuata direttamente dagli uffici preposti. Questa misura eliminerebbe il rischio di cancellazioni automatiche dalle liste comunali, evitando gravi conseguenze come la perdita dei requisiti per la richiesta della cittadinanza italiana per residenza.
Torino è stata la prima grande città a esprimersi in tal senso, grazie ad una mozione approvata dal Consiglio comunale di Torino, proposta dallo stesso Ahmed, il cui contenuto è stato in parte ripreso ed approvato anche dal Comune di Settimo Torinese.
E proprio la Sindaca di Settimo, Elena Piastra, ha sottolineato il tentativo di aggiungere un tentativo di sperimentazione con gli uffici dello stato civile e dei servizi demografici del Comune, considerato che i dati necessari per il rinnovo dei permessi di soggiorno sono tutti in possesso delle Amministrazioni comunali. Il Comune non può ovviamente rilasciare i permessi così come i passaporti, materia di competenza del Ministero dell’Interno, ma può, ha sottolineato, lavorare sulla parte iniziale dell’iter, dalla prenotazione alla raccolta del materiale alla verifica del materiale stesso, certificato e vidimato da un ente locale. Inviata la mozione al questore e al prefetto, inizierà un percorso di confronto per capire se sia possibile dar vita alla sperimentazione.
“Siamo certi, hanno scritto nella lettera al presidente dell’Anci, i rappresentanti dei vari Comuni firmatari del documento, che queste azioni, semplici ma incisive, possano rappresentare un passo importante verso una società più inclusiva e solidale, in cui la burocrazia sia al servizio delle persone e non un ostacolo alla loro integrazione”, in un’Italia che sta cambiando e il cui cambiamento va accompagnato.
Federico D’Agostino