Come entrare in un film di James Bond. Il sopralluogo di questa mattina delle commissioni consiliari “Smart city” e “Servizi pubblici locali” presso la sede del CSI Piemonte (Consorzio per il Sistema Informativo) si è presto trasformato in un tuffo nel futuro. Per i consiglieri, consumato il rito dei saluti istituzionali con i responsabili dell’azienda, si sono aperte le porte del datacenter più grande della regione, laddove sono custoditi i dati di tutti i grandi enti istituzionali e di un centinaio di enti più piccoli. Quattro grandi sale, modello film di spionaggio, con lunghe file di macchine di ultima generazione, tutte rigorosamente custodite dentro enormi sarcofaghi neri, destinate a raccogliere e gestire oltre un miliardo di informazioni, una rete di 145mila utenti e 1300 banche dati. Nelle sale del datacenter, un inquietante silenzio, rotto solamente dai motori delle macchine e delle ventole di raffreddamento, che non aiuta a comprendere fino in fondo il volume di operazioni che vi si stanno elaborando. Un’attività senza soste necessaria a supportare gran parte dei servizi principali della nostra Città e degli altri enti consorziati. Il CSI Piemonte, una delle più significative realtà del territorio nel campo dell’informatica, conta un migliaio di dipendenti sparsi nelle quattro sedi di Torino, Alessandria, Cuneo e Novara e ha prodotto, nel 2017, un valore pari a 120 milioni di euro. La sua sicurezza è in grado di sventare 150mila attacchi informatici ogni giorno.
Marcello Longhin