Cos’è l’omotransfobia? Quante persone ne sono vittime? Dove è più diffusa? E’ un fenomeno in crescita?
Queste le principali questioni trattate venerdì 16 novembre nel corso dell’evento intitolato “Cronache di ordinaria omofobia”, organizzato da Genitori e figli contro l’omofobia (GECO), presso il “Polo culturale Lombroso 16”, in via Lombroso 16.
Nel corso dell’incontro, cui ha partecipato il presidente del Consiglio comunale di Torino, Fabio Versaci, è stata presentata una ricerca realizzata per GECO da Alessandro Battaglio.
L’evoluzione degli episodi omofobici studiati, come rilevati dalla ricerca tra il 2012 e il 2017, registra una flessione delle aggressioni fisiche in significativa relazione con l’approvazione della legge sulle unioni civili, a evidentissima riprova del valore educativo delle leggi. Costante il numero di omicidi, attestato mediamente su tre episodi all’anno, mentre è in aumento il numero di episodi discriminatori non fisici, in particolare nell’ultimo anno.
La distribuzione dei casi, com’era prevedibile concentra la maggioranza degli episodi nelle grandi città, tuttavia se si considera il rapporto tra il numero delle vittime e quello degli abitanti, si scopre che l’indice dell’omofobia dei centri più piccoli è di 155 volte superiore a quello delle maggiori città.
Le vittime sono principalmente maschi omosessuali, 75% circa, seguiti da persone transessuali, sono il15 %, soprattutto M to F, mentre le femmine lesbiche rappresentano circa il 10% dei fenomeni omofobici.
Hanno partecipato all’incontro, patrocinato dalla Città di Torino e dalla Circoscrizione 8, Milena Quercia, presidente di GECO, Alessandro Battaglia, del Coordinamento Torino Pride, Chiara Bertone, sociologa, docente all’Università degli Studi del Piemonte Orientale, Margherita Graglia, Psicoterapeuta e sessuologa clinica. Stefania Cartasegna e Gioacchino Orlando, hanno portato le loro testimonianze, ha moderato Marco Consiglio, dell’Associazione Quore.
Silvio Lavalle