La garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale Monica Cristina Gallo e la presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo hanno oggi visitato il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) Brunelleschi di Torino.
L’incontro è stato organizzato per conoscere i rappresentanti dell’Ors (Organisation for Refugee Services), la società che da due mesi gestisce il Centro.
Al momento, la capienza del centro è pari a 144 posti, ma in data odierna – ha spiegato la garante – i migranti presenti erano 68. Solo quattro aree su sei sono agibili e la “area bianca” è utilizzata come isolamento sanitario dopo la chiusura del cosiddetto “ospedaletto”, reso definitivamente inagibile dopo la morte di Mousse Balde, il giovane che lo scorso anno si tolse la vita.
L’incontro è avvenuto negli uffici dell’ente gestore, in presenza del direttore e della vicedirettrice e del referente della prefettura incaricato. Sono state illustrate le criticità che permangono nella struttura, legate in particolare alla logistica e all’architettura degli spazi che, a differenza di altri centri, è dispersiva e poco consona alle relazioni. A tal proposito, si è sottolineata la criticità che un solo componente delle forze dell’ordine è in possesso delle chiavi per accedere alle aree e questo può comportare ritardi nella consegna del cibo e talvolta anche nei soccorsi.
Inoltre, i gestori hanno evidenziato che soltanto 16 ore di psicologo alla settimana sono poche (con la gestione della Croce Rossa erano 72), cosi come 30 ore di mediazione culturale. Il medico è presente 8 ore al giorno, mentre il servizio di infermeria 24 ore su 24.
Gli eventi critici dovrebbero però essere diminuiti e l’approccio della nuova gestione dovrebbe presupporre una maggiore apertura verso l’esterno. Saranno infatti ente gestore e Prefettura a riprendere il dialogo con le associazioni del territorio che nella precedente gestione l’Ufficio della garante comunale aveva coinvolto per proporre iniziative culturali, sportive e ricreative a favore dei migranti. L’idea – ha affermato Monica Cristina Gallo – è quella di lavorare verso un modello “aperto”, che possa riempire il vuoto del tempo all’interno del Centro.
Si è intanto in attesa anche del nuovo Regolamento dei Cpr, che da anni è in fase di ri-elaborazione presso il Ministero degli Interni (l’ultima stesura risale al 2014). A livello locale, invece, sarà fondamentale il protocollo con l’Asl per definire la presa in carico dei migranti a partire dalla visita di primo ingresso.
Durante la riunione è stato anche affrontato il tema dei rimpatri, che vede la nostra città con numeri molto bassi per via del rifiuto del tampone richiesto dai Paesi di origine. Marocco e Tunisia risultano le nazionalità maggiormente presenti nel Centro; a seguire, Nigeria ed Egitto. Al momento della visita, i richiedenti asilo erano 3.
“La visita di oggi è stato un ulteriore passo in avanti per rafforzare la presenza delle Istituzioni nei luoghi di privazione della libertà personale – ha dichiarato Maria Grazia Grippo – e ringrazio la garante per la sua disponibilità e per la qualità del lavoro che mette a disposizione del Consiglio Comunale, il quale ha avuto ben chiaro da subito di dover esercitare un ruolo attivo di monitoraggio e di tutela nei confronti di chi è sottoposto a custodia, com’è nel caso degli ospiti del Cpr. L’atteggiamento collaborativo e la sensibilità registrati stamattina dai partecipanti all’incontro mi incoraggiano a credere che un nuovo metodo di azione più consapevole e condiviso sia stato intrapreso”.
“Ho accolto molto favorevolmente l’interesse della presidente Maria Grazia Grippo verso il tema della detenzione amministrativa – ha affermato Monica Cristina Gallo – e la sua visita è stata importante per poter ampliare i contenuti della Commissione consiliare sul tema della legalità e privazione della libertà. Abbiamo insieme convenuto che il Cpr, anche se è un luogo di transito, è comunque sul territorio della nostra città e le persone all’interno, con i loro percorsi, siano essi di rientro al proprio Paese o di rilascio in città, vanno tutelate, accompagnate e indirizzate attraverso interventi di sussidiarietà e sostegno. Il dialogo avviato tra l’ente che rappresento e le articolazioni di Comune, Prefettura e Uffici dell’immigrazione della Questura potrà essere utile per costruire finalmente un nuovo modello di trattenimento amministrativo: Torino ci può riuscire!”.
Massimiliano Quirico