Di tempo ne è passato davvero tanto, ma l’assedio del 1706 resta ancora vivo nella memoria collettiva. Magari non proprio tutti ricordano personaggi come Eugenio di Savoia o il principe di Anhalt, ma il granatiere Pietro Micca che si fa esplodere in un cunicolo della Cittadella per bloccare l’avanzata dei francesi, quello ce l’abbiamo tutti ben presente. L’annuale rievocazione dell’assedio, infatti, viene seguita puntualmente da una folla di appassionati e curiosi. Il Gruppo Storico Pietro Micca, fondato dal rimpianto Guido Amoretti, è oggi uno dei più prestigiosi nel suo genere, non soltanto in Italia ma in Europa. Il reenactement, la ricostruzione di episodi bellici con armi e costumi d’epoca, è particolarmente diffuso nei Paesi anglosassoni, a partire dagli Stati Uniti, ma si è diffuso anche nel Vecchio Continente.Il Gruppo Pietro Micca si distingue da sempre per un rigore filologico forse senza eguali, applicato ai tessuti delle uniformi come alle armi, ai movimenti eseguiti nelle manovre dei reparti come negli ordini berciati da ufficiali e graduati di truppa. In poche parole, hanno ricreato un mondo nel quale, tre secoli fa, schiere dei uomini allineati spalla a spalla marciavano a ritmo di tamburo sotto il fuoco battente, timorosi dei propri ufficiali più che delle pallottole nemiche. Un mondo nel quale ci si arruolava nell’esercito savoiardo per diritto di nascita, se aristocratici, oppure per fame, se figli di contrade con più sassi che terra. Reggimenti come il “Casale”, il “Piemonte”, il “Guardie” o il “Monferrato” rivivono ogni anno, ripercorrendo a ranghi serrati i lastricati di via Dora Grossa e Piazza delle Erbe, oggi diventati via Garibaldi e piazza Palazzo di Città.
Quest’anno, 311° anniversario di quell’assedio finito male per gli assedianti francesi e spagnoli, la rievocazione ha avuto luogo sabato 9 settembre, seguendo un collaudato programma che purtroppo è stato interrotto dal maltempo. La manifestazione, alla quale ha preso parte il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, si è quindi conclusa di fronte al Maschio della Cittadella, unica parte delle fortificazioni torinesi sopravvissuta al tempo. Sono così saltate le fasi successive, la cerimonia della benedizione delle bandiere reggimentali al Santuario della Consolata e il gran finale di fronte a Palazzo Civico.