Al MAUTO in mostra la mobilità del futuro

Il 1973 è l’anno in cui Repubblica d’Irlanda, Gran Bretagna e Danimarca entrano a fare parte della Comunità Economica Europea; in Cile, un golpe militare orchestrato da Augusto Pinochet rovescia il governo democraticamente eletto di Salvador Allende; i Pink Floyd pubblicano l’album The Dark Side of the Moon. Ma è soprattutto l’anno in cui, ad ottobre, scoppia la guerra del Kippur che coinvolge Israele, Siria ed Egitto e spinge i Paesi arabi esportatori di petrolio, riuniti nell’Opec, ad imporre un drastico aumento del prezzo del greggio. Si apre la prima grande crisi petrolifera mondiale che costringerà i Paesi occidentali a imporre misure di contenimento. L’Italia rallenta, il Governo vara un piano denominato Austerity e una serie di provvedimenti per diminuire i consumi. Fra questi, viene fermato il traffico automobilistico della domenica. Tutti a piedi, improvvisamente costretti a rinunciare all’auto, diventata in quegli anni simbolo inequivocabile di benessere, insieme alla televisione. Cinquant’anni dopo il Mauto, Museo Nazionale dell’Automobile, parte da quell’episodio per allestire la mostra “DRIVE DIFFERENT. Dall’Austerity alla mobilità del futuro” e ripercorrere mezzo secolo di ricerca e innovazione in campo automobilistico.

Un percorso che, attraverso installazioni, fotografie, prime pagine di giornali e servizi televisivi, propone una riflessione approfondita sulle sfide riguardanti la mobilità del futuro e sulle domande da porsi affinché ricerca tecnologica e abitudini individuali convergano sull’obiettivo comune di salvaguardare il pianeta. E proprio sulle sfide future si concentra la parte conclusiva della mostra, tracciando scenari possibili grazie alla consulenza di esperti e ricercatori del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, del Senseable City Lab del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e altri: mobilità intelligente, carburanti alternativi, guida autonoma. La sfida è lanciata. La mostra DRIVE DIFFERENT è stata ideata e curata da Giosuè Boetto Cohen, realizzata in collaborazione con Stellantis e ACI Automobile Club d’Italia, con il supporto di Eni, Politecnico di Torino, Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Quattroruote, con il patrocinio del Ministero della Cultura, di Regione Piemonte e Città di Torino. Aperta al pubblico da oggi fino al 7 aprile 2024, è stata inaugurata ieri pomeriggio dal presidente Benedetto Camerana e dalla direttrice Lorenza Bravetta. Alla cerimonia era presente il presidente della commissione Lavoro, Pierino Crema, che ha così commentato: “Una mostra da vedere e che ci aiuta a riflettere sui cambiamenti in tema di motorizzazione che ci sono stati in questi 50 anni. Dalla guerra del Kippur del 1973 alle attuali guerre in Ucraina e in Israele e a Gaza. Le crisi energetiche di allora e quelle odierne ci obbligano a ripensare a come ci muoviamo nelle città e non solo, come continuare a investire nell’efficientamento energetico per ridurre i consumi di energia e inquinare di meno“.

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Marcello Longhin