Emozione tangibile e un rispettoso silenzio hanno accompagnato, ieri sera al Campus Einaudi, il taglio del nastro che ha inaugurato l’apertura al pubblico della riproduzione dello studio di Norberto Bobbio, nel ventennale della sua scomparsa. La cerimonia, cui ha preso parte la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia grippo, è stata preceduta dai saluti istituzionali e da una lunga serie di interventi dedicati al ricordo del filosofo ed esplicativi della procedura che hanno portato all’allestimento. In tal senso, va subito chiarito che tutti i mobili e gli oggetti presenti nella stanza, all’interno della Biblioteca che prende il suo nome al terzo piano dell’Università, sono quelli realmente utilizzati dal professore nello stabile di via Sacchi 66. Un lavoro certosino, durato mesi, con l’obiettivo di riprodurre fedelmente l’ambiente di lavoro dove Norberto Bobbio amava passare la maggior parte del suo tempo dedicato allo studio. Un impegno che ha coinvolto la famiglia, l’Università, la Città di Torino e il Centro “Piero Gobetti”, destinatario, invece, di tutti i volumi, i testi, gli scritti appartenuti in vita al filosofo. L’allestimento non sarà solamente visitabile in modalità museo, nelle intenzioni dell’Università, c’è di renderlo disponibile per i docenti italiani e stranieri in visita all’ateneo torinese. Avranno un postazione di lavoro temporanea all’interno dello studio di Bobbio. Un’occasione davvero unica per avvicinarsi ad uno degli intellettuali più influenti del Novecento.
Marcello Longhin