Nuovi appartamenti negli spazi attigui alle sale espositive del museo. Lo consentirà una variante parziale al Piano regolatore approvata il 19 febbraio dal Consiglio comunale per realizzare alcuni alloggi all’ultimo piano (oggi in disuso e un tempo adibito a uffici e spazi dell’Università) del secentesco Palazzo Accorsi di via Po, sede del museo di Arti Decorative.
Lo ha chiesto la proprietà, la Fondazione Accorsi-Ometto e la Città li ha accontentati. Le risorse ricavate dagli eventuali affitti o dalla vendita serviranno a finanziare le attività del museo e la promozione culturale, così come previsto dallo Statuto. Al primo piano e all’ammezzato resteranno immutati gli spazi museali.
Il provvedimento riguarda alcune parti dell’edificio non usate per l’attività dalla Fondazione Accorsi-Ometto. L’idea è di progettare eleganti appartamenti per privati, senza distaccarsi dalla storia e dalla bellezza artistica del Palazzo acquistato nel 1956 da Pietro Accorsi che lo adibì a propria abitazione e galleria d’arte. È stato poi il suo allievo, Giulio Ometto, a rinnovare l‘edificio, trasformandone una parte nel museo di Arti Decorative.
Senza dimenticare che per la Città c’è un ritorno anche economico: “La proprietà dovrà corrispondere per legge un contributo straordinario di 194.404 euro, in base alla stima effettuata dal Politecnico”, si legge nella delibera del Consiglio. Un contributo previsto in tutti i casi di variante concessi ai privati che determinano un valore aggiunto.
A questo punto non resta che attendere il progetto; la superficie a disposizione per gli alloggi è ampia oltre mille metri quadrati. La complessa articolazione degli spazi consentirà un’ampia gamma di possibili progettazioni a beneficio degli affittuari più esigenti.
(Roberto Tartara)