Restano preoccupati i gestori delle botteghe del Borgo Medievale per i cantieri che con fondi Pnrr consentiranno la riqualificazione dell’intero ambito museale.
Lavori di rifacimento della centrale termica, degli impianti di riscaldamento, interventi sugli impianti elettrici e idrici che dovranno essere realizzati scavando lungo la via maestra del Borgo, lungo la quale fanno capolino stampe e libri di pregio così come preziosi oggetti in ferro battuto, e che non permetteranno, per molti mesi l’accesso alle botteghe.
Quanti mesi? Non si sa ancora con certezza. Bisogna aspettare la fine dell’anno quando, con il progetto esecutivo dei lavori, sarà possibile dettagliare meglio anche un cronoprogramma.
E’ quanto emerso ieri nel corso del sopralluogo che le commissioni Lavoro e Cultura, presiedute da Pierino Crema e Lorenza Patriarca, hanno effettuato al Borgo Medievale, visitando le attività commerciali e facendo il punto con i tecnici comunali.
I lavori inizieranno entro marzo dell’anno prossimo e si dovranno necessariamente concludere entro fine 2026, pena la perdita dei fondi.
La riqualificazione del Borgo dovrà avvenire in condizioni di chiusura di tutte le attività esistenti, anche se, secondo i titolari, esiste la possibilità di effettuare gli interventi in modo tale da ridurre le chiusure solo al periodo in cui questi riguardino le aree nei pressi dei negozi.
A complicare la situazione, il cantiere già presente per il rifacimento di tutte le coperture e che, per diversi mesi, dovrà convivere col nuovo cantiere che verrà insediato.
Non da ultimo, hanno evidenziato i tecnici, altri cantieri saranno presenti intorno al Borgo che incideranno anche sull’accessibilità.
Altra fonte di preoccupazione, già manifestata durante le riunioni di Commissione che si sono svolte a Palazzo civico a fine luglio, è il destino del Borgo. Ci sarà una nuova vocazione? L’assessora alla Cultura, Rosanna Purchia, già in quella sede aveva espresso la volontà che il manufatto, costruito nel 1884 per l’Esposizione internazionale, mantenesse, anche in futuro, una vocazione storico culturale.
I locali nei quali le attività si svolgono anche da oltre quarant’anni e che non hanno solo finalità commerciale ma svolgono anche attività didattiche con le scuole, dovranno essere messi a bando.
Una situazione complessa che, tuttavia, sarà ancora affrontata nelle commissioni competenti, nelle prossime settimane.
Federico D’Agostino