DAD, che casualmente in inglese significa “papà”, è l’acronimo intorno al quale si sono riorganizzate le attività del sistema scolastico italiano in questi ultimi tre mesi. In un Paese messo a soqquadro dal Covid-19 e dalle pur necessarie misure di contenimento del contagio, la Didattica A Distanza ha consentito – anche con un grande sforzo da parte degli insegnanti – di tenere in piedi il mondo della scuola, mantenendo un minimo di continuità delle lezioni, diventate impossibili da svolgere in aula. Certo, i problemi non mancano, se si stima che con un alunno su cinque si siano praticamente persi i contatti. Mancanza di adeguati dispositivi o connessioni per seguire le lezioni in videoconferenza, impossibilità di essere seguiti adeguatamente da un genitore. O anche il vivere in ambienti familiari magari sovraffollati o segnati da tensioni, preesistenti o scatenate dalle difficoltà economiche che hanno colpito molti italiani a seguito della pandemia. Tutti fattori che rendono molto alto, in prospettiva, il rischio di dispersione scolastica è molto alto. Del problema si è parlato oggi nel corso di una riunione in videoconferenza delle commissioni V Istruzione e Smart City, presieduta da Massimo Giovara e con la partecipazione del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Fabrizio Manca. Ma a scuola, si tornerà, prevedibilmente dopo l’estate. Il tema centrale dell’incontro, con il quale è iniziata la discussione, è infatti stato quello della sperimentazione avviata su alcune scuole in vista della possibile riapertura delle normali attività didattiche dopo la pausa estiva, secondo le linee guida partorite dalla commissione di studio incentrata sul Politecnico. Ovviamente, ha spiegato Manca, si è scelto si attuare la sperimentazione su un campione di sette istituti che potessero rappresentare la complessia articolazione del sistema scolastico: dalle scuole per l’infanzia fino ai licei e istituti professionali, passando per convitti, istruzione carceraria, CPIA (Centri per l’Istruzione degli Adulti), scuole elementari e medie…
Partendo da tre possibili scenari di rischio (basso-medio-alto) e tenendo conto di una possibile recrudescenza autunnale dei contagi, si sta lavorando ad una simulazione utilizzando algoritmi e calcoli matematici. A cominciare dalle caratteristiche degli edifici, dove si calcola la quantità di allievi e insegnanti che possono essere accolti in sicurezza in ogni aula e ambiente, dei quali viene considerata non la semplice superficie ma anche la conformazione. Bisogna tenere conto, ha aggiunto il direttore dell’USR, che le distanze interpersonali sono da calcolare in 2 metri in caso di scenario a basso rischio, che diventano 2,5 e 3 metri rispettivamente per i rischi medio e alto. E si sta anche lavorando sulla definizione, scuola per #scuola, dell’offerta formativa, valutando opzioni come l’alternanza fra #DAD e lezioni in presenza oppure il dare la priorità per le lezioni in presenza, in particolare per gli istituti professionali, alle classi del biennio, dove più forte è il rischio di dispersione. In ogni caso le scelte finali saranno assunte su indicazione del Ministero competente e secondo i protocolli di sicurezza indicati dall’Istituto Superiore di #Sanità.
Anche gli enti locali, Regione #Piemonte, Città Metropolitana, Comuni e ovviamente la Città di #Torino stanno facendo la loro parte, a seconda delle proprie competenze, partecipando al tavolo regionale così come, ad esempio, alla cabina di regia che sta lavorando sull’organizzazione degli esami di maturità, che sono previsti in presenza. Senza parlare degli interventi di manutenzione e adattamento degli spazi negli edifici scolastici o del ragionamento in corso sulla possibile gestione dei centri estivi. Parlando di spazi, è emersa la pressoché certa eventualità di dover reperire aule e spazi aggiuntivi per le attività didattiche, e su questo anche si sta lavorando. Denso di interventi il dibattito in commissione, al quale hanno preso parte, oltre al presidente Giovara, i consiglieri Aldo Curatella (che aveva proposto il tema dell’incontro), Federico Mensio, Viviana Ferrero, Lorenza Patriarca, Daniela Albano e Barbara Azzarà quest’ultima presente in qualità di consigliere della Città Metropolitana delegato all’Istruzione.
Nel corso della stessa riunione, si è deciso di sospendere momentaneamente – in attesa di aggiornamenti – la mozione della consigliera Eleonora Artesio sui CPIA come presidio di educazione cultura e sulla necessità di un loro rafforzamento, a partire dall’assegnazione di sedi proprie e non più condivise con altri ordini di scuole.Claudio Raffaelli