Approvato oggi dal Consiglio Comunale di Torino, con 23 voti favorevoli (M5S, Torino In Comune, Uscita di Sicurezza) e 2 contrari (Lega Nord, Noi con l’Italia) un ordine del giorno (prime firmatarie le consigliere del M5S Viviana Ferrero e Maura Paoli) che impegna Sindaca e Giunta a chiedere al Governo di “rendere pubblici e verificabili i criteri, le procedure e le modalità di attuazione di una rigorosa Analisi Costi-Benefici da avviare sull’ipotesi di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione” (TAV). E di valutare, in alternativa, la promozione dell’utilizzo dell’intera linea esistente tra Torino e Modane.
Il documento, inoltre, chiede di sospendere subito qualsiasi operazione e spesa prevista dal Cipe, in attesa di avere i risultati dell’Analisi, e di ridiscutere gli accordi con la Francia, abolire il ruolo di Commissario straordinario del Governo, sospendere l’Osservatorio Torino-Lione (da cui la Città di Torino è uscita, come chiedeva la mozione approvata dalla Sala Rossa il 5 dicembre 2016) e revocare l’attuale direttore generale di Telt s.a.s., evitando così che vengano emessi ulteriori bandi di gara.
L’ordine del giorno, infine, propone di destinare i fondi attualmente previsti dal Governo per la nuova linea ad alta velocità Torino-Lione (sia per la parte internazionale che per quella italiana) alla mobilità collettiva e sostenibile nel territorio della Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte.
Prima della votazione, si è svolto in aula il dibattito sul documento, a cui sono stati presentati 347 emendamenti (accorpati e poi respinti dall’aula):
Viviana Ferrero (M5S): Non posso non tradire l’emozione per essere oggi portavoce di un movimento civile che si è sviluppato in Val di Susa, portando avanti la più grande battaglia ambientale degli ultimi 29 anni. Non è un’operazione ideologica, ma nasce da studi approfonditi. L’odg vuole fare trasparenza. La politica è stata sorda, non ha mai ascoltato i cittadini e ha realizzato solo 7 km dell’opera. Chiediamo di valutare le alternative e partire dai bisogni e dalle necessità dei cittadini, destinando tutti i fondi previsti per la Torino-Lione – parte internazionale e parte italiana – alla mobilità collettiva alternativa e sostenibile nei territori della Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte. Voglio infine ringraziare Alberto e Bianca Perino – come simbolo di quella umanità che non ha mai smesso di credere a un modello diverso – e i tecnici della Commissione Tecnica Torino-Lione, per aver portato avanti con determinazione la forza dei numeri. Ora, il Tav non è più un’emergenza dopo 25 anni.
Roberto Rosso (Noi con l’Italia): Sarebbe stato logico che la Sindaca partecipasse allo scempio che si sta compiendo oggi. È incredibile che l’unica grande opera che riguarda Torino e il Piemonte non debba essere realizzata! Anche il Frejus all’epoca era ritenuta un’opera inutile… La totalità di sindacati e imprese, dalla Cgil ai piccoli imprenditori, tutti, uniti, vi hanno chiesto di ritirare o almeno di rinviare questo odg. L’opera è essenziale per Torino: serve buon senso!
Maura Paoli (M5S): Speravo finalmente in un confronto oggi, dopo che nelle Commissioni il PD ha fatto scena muta: invece, nulla… Abbiamo proposto anche un Consiglio aperto per confrontarci sui dati dell’opera, ma non è stato possibile. Le previsioni mirabolanti su trasporto di persone e merci sono state smentite, così come l’impatto industriale dell’opera. E intanto la Francia ha rinviato a dopo il 2038 ogni decisione sul Tav! Esistono limiti alla smania di costruire! Chiediamo di sospendere l’opera in attesa dell’Analisi Costi – Benefici.
Alberto Morano (Lista Civica Morano): Manca la presenza della sindaca in Aula, per un ordine del giorno che sta mobilitando la città. Torino si sta accorgendo del vuoto assoluto che la governa e l’assenza della Appendino segnala la frattura tra chi ‘comanda’ politicamente e il mondo produttivo. È lampante la mancanza di opportunità politica e di coraggio di chi si sottrae per paura al dibattito. Ricordo la mancanza di esperienza della sindaca e dell’assessore alle attività produttive, Sacco. Non possiedono peculiari capacità di gestione, e di fatto non sono in grado di fare alcunché. Ma oggi anche il gruppo della Lega Nord dovrà fare chiarezza. Quello che è sicuro è che nel caso non si dovesse realizzare il TAV ci saranno da pagare delle pesanti penali. Ma è inammissibile tarpare la crescita economica della città: di questo passo dovremo tutti muoverci in bicicletta.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Ho un particolare trasporto verso la questione. Ma se fossi agnostica verso il tema, sarei orientata a pretendere che gli argomenti discussi in Commissione consiliare siano confutabili. Il punto di partenza sono le evidenze tecniche, e soltanto partendo da tali specifiche è possibile sviluppare dei ragionamenti ‘politici’ corretti. Non possiamo pensare che il concetto chiave per realizzare il TAV sia un generico perseguimento della ‘modernità’. Argomentazioni controvertibili non le abbiamo ascoltate. Nel 2016, il 5 dicembre, una mozione approvata dalla Sala Rossa chiedeva cose ben più impegnative rispetto all’attuale ordine del giorno. Perché tutta questa attenzione, oggi? L’odg presentato dalla maggioranza è un testo edulcorato rispetto al documento del 2016. E invito la maggioranza a non prestarsi a strumentalizzazioni: chiedere la revoca degli incarichi è un’operazione inutile. Ribadisco: continuiamo a ragionare sulle evidenze tecniche.
Marina Pollicino (M5S): Niente di nuovo sotto il sole, anche oggi. Con questo provvedimento ribadiamo una linea da sempre sostenuta e presentata. Quale modernizzazione si può aggiungere con il TAV se ci guardiamo intorno, se pensiamo ad esempio alla Svezia e alle sue autostrade elettriche per i camion? La valutazione dei costi e dei benefici è fondamentale per opere di questa rilevanza. E in una giornata come quella di oggi, in una penisola colpita dal maltempo, le fragilità che si vedono lungo il territorio nazionale la dicono lunga sulle reali necessità del Paese.
Fabrizio Ricca (Lega Nord): La Lega continua a essere favorevole al Tav: il Piemonte non può essere tagliato fuori dai corridoi commerciali. Il documento presentato oggi è una fuga in avanti del Movimento 5 Stelle che non ci saremmo aspettati. Si tratta di una posizione puramente ideologica, il Governo del cambiamento andrà avanti anche senza queste sceneggiate. C’è una maggioranza di cittadini silenziosa a favore dell’opera e i voti ottenuti alle ultime elezioni comunali dal M5S non erano legati al Tav.
Deborah Montalbano (Uscita di Sicurezza): Non comprendo le eccessive preoccupazioni del mondo produttivo, così come l’entusiasmo di alcuni interventi della maggioranza. Sappiamo tutti quale sia l’incidenza di un ordine del giorno, per di più votato in assenza della sindaca. Voterò a favore solo per solidarietà a chi lotta contro il Tav in val di Susa e contro il Tap in Salento. La posizione di questo ordine del giorno non è un “no”, ma un “ni”, visto che il contratto di Governo non prevede l’abolizione del Tav.
Valentina Sganga (M5S): Il progetto del Tav, da un punto di vista trasportistico, non ha senso. Era ribadito anche in un documento del Governo Gentiloni del 2017, nel quale si sostenevano stime sbagliate e previsioni infondate. Negli appelli ascoltati dai rappresentanti del mondo produttivo ho visto rassegnazione culturale e poco coraggio. Nessuno di noi è nemico del progresso: il Tav è un’opera ad alta intensità di capitali, ma genera poco lavoro. Questa città ha bisogno di investimenti pubblici. Il denaro dell’opera deve essere destinato a opere con moltiplicatori maggiori, servizi, formazione, ricerca, trasporto locale, seconda linea della metro. La priorità non è investimento finanziario con utilità limitata, mausoleo a un modello economico finito. Legittime le manifestazioni di dissenso, ma si prenda atto che il No al Tav ha una piena legittimazione democratica.
Hanno concluso il dibattito l’assessore all’Ambiente Alberto Unia (“Occorre avere a disposizione dati certi, per poterli offrire ai cittadini: poi si può anche fare la discussione. A nome della Giunta, esprimo l’appoggio all’ordine del giorno proposto”) e il vice sindaco Guido Montanari: Oggi è presente buona parte della Giunta: è scorretto parlare di “un’aula abbandonata dal sindaco”. Occorre tenere conto delle manifestazioni di pensiero dei cittadini, che siano a favore o contro. Ho trovato esagerato l’interesse odierno della stampa su questo tema, che trattiamo da anni. Già eravamo usciti dall’Osservatorio sull’Alta Velocità. Si usa questo tema per attaccare la sindaca e intanto si crea un danno alla città, rallentando l’approvazione di provvedimenti utili. È una mistificazione sostenere che stiamo bloccando l’economia con l’ordine del giorno sull’Alta velocità. Abbiamo invece intrapreso iniziative su Piano Regolatore e Urbanistica che sono interessanti per lo sviluppo di Torino, che noi perseguiamo. No alle polemiche fuori luogo: noi vogliamo migliorare i trasporti, favorire il passaggio da gomma a ferro, ma diciamo di verificare costi e benefici dell’opera. Nel caso che i costi prevalgano sui benefici, utilizzare il denaro risparmiato a vantaggio della città e del suo territorio, rafforzando il trasporto pubblico locale i servizi al cittadino. Dov’erano le associazioni professionali quando i passati Governi tagliavano le risorse per il trasporto pubblico e le manutenzioni? Noi vogliamo che si investa sul territorio, invece sono state buttate via grosse cifre, perché non è vero che il cantiere del TAV sia stato realmente avviato. La scelta finale spetterà al Governo, ma la nostra convinzione è che quelle risorse debbano ricadere sul nostro territorio.
Prima della discussione e della votazione in aula, la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale, presieduta da Fabio Versaci, ha incontrato alcuni rappresentanti del mondo imprenditoriale torinese, favorevoli alla realizzazione dell’opera, che avevano chiesto di rinviare la votazione dell’atto, esprimendo “l’esigenza profonda di infrastrutture sul territorio, sentita da tutti – imprese, sindacati e cittadini – per superare il gap logistico, con importanti ricadute economiche positive, sia nell’immediato per l’occupazione, sia nel futuro per la competitività di Torino e del Piemonte”.
Massimiliano Quirico