Il futuro dei Murazzi passa da una modifica regolamentare: precisamente, dall’articolo 35 che l’Amministrazione – tramite l’approvazione di un’apposita deliberazione del Consiglio Comunale – vorrebbe aggiungere al Regolamento comunale n°. 362 relativo al complesso dei Murazzi del Po, varato nel 2013 e già modificato nel 2014 e nel 2015.
Se ne è parlato, nella riunione delle Commissioni II, III e VI del 26 ottobre – presieduta da Damiano Carretto – in cui l’architetta Rosa Gilardi, dirigente dell’Urbanistica, ha illustrato la proposta di delibera che contiene la formulazione dell’articolo 35 “Norme e rimandi finali”, naturalmente ancora passibile di modifiche da parte dei consiglieri prima della votazione in Sala Rossa.
In particolare, si discute sull’ultima parte del nuovo articolo, che prevede che, per le proposte per l’utilizzo delle aree esterne dei Murazzi del Po, oltre a doversi coordinare con le previsioni dei progetti Torino Città d’Acque, Corona Verde, Biciplan e di eventuali altri progetti di interesse della Città, siano “in ogni caso fatte salve le ulteriori e diverse indicazioni progettuali da parte dell’Autorità Idraulica competente, degli Enti competenti per gli aspetti di pubblica sicurezza, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino e dell’Azienda Sanitaria Locale competente, in quanto necessarie per il rilascio dei relativi nulla osta, autorizzazioni e altri atti equivalenti”.
Una problematica complessa, dato che i pareri dei diversi enti coinvolti pare siano discordanti su alcune questioni, ma soprattutto – come hanno evidenziato sia i consiglieri comunali che quelli della Circoscrizione 1 presenti, ma anche gli attuali vincitori del bando di concessione delle arcate dei Murazzi, rappresentati da Filippo Camedda – resta da capire in capo a quale soggetto saranno gli oneri – economici, ma non solo – relativi al rispetto delle norme di sicurezza dell’intera area: a carico del Comune di Torino o di un soggetto gestore, che rappresenti tutti i concessionari dei locali del complesso?
Sono infatti numerose le prescrizioni e le responsabilità: ad esempio, per quanto riguarda l’assetto idrogeologico, l’igiene, la salute, il controllo degli accessi e tutto ciò che concerne la sicurezza e la gestione delle emergenze.
Occorre definire al più presto un quadro normativo preciso – come ha sollecitato Camedda – per permettere ai gestori di presentare un progetto sostenibile e, di conseguenza, ottenere finanziamenti da banche e investitori, così da riaprire i locali già la prossima estate e valorizzare uno dei luoghi più belli di Torino.
Massimiliano Quirico