Anche la Sala Rossa ha celebrato la Giornata mondiale contro la violenza sulle #donne, con un incontro, questo pomeriggio, dove sono state presentate alcune iniziative concrete, destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica per contrastare la violenza di genere. Ha introdotto l’incontro la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo che, come prima cosa, ha ricordato le motivazioni che portarono l’Onu, nel 1999, a celebrare il 25 novembre quale giornata contro la violenza sulle donne. Il giorno in cui, nel 1960 le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal conosciute come #Las Mariposas, vennero uccise dalle milizie del dittatore domenicano Trujillo nel 1960. E alle sorelle Mirabal, simbolo di una battaglia tutt’altro che vinta, la commissione Toponomastica ha deciso di intitolare un giardino in Circoscrizione 5. Per ricordare la loro storia, per trarne insegnamenti e consapevolezza, ha sottolineato Grippo. La Città, ha continuato la presidente, è impegnata anche su altri fronti. Primo fra tutti quello di costruire un ponte con la realtà scolastica, nella speranza che la consapevolezza acquisita da ragazze e ragazzi possa riverberarsi sui genitori per generare una nuova stagione relazionale, di cui le famiglie hanno un notevole bisogno. Ma la sfida più grande, ha concluso Grippo, rimane quello di alimentare un’alleanza fra i generi, necessaria per destrutturare la #violenzadigenere, un fenomeno che ha smesso di essere emergenza temporanea per diventare un male cronico che corrode la nostra società. Nell’intervento successivo, Paola Maria Torrioni, docente dell’Università degli studi di Torino, ha presentato il volume “Reti in azione” scritto a quattro mani con Maddalena Cannito, nato dalla collaborazione con il Coordinamento contro la violenza sulle donne della Città e l’aiuto di varie personalità cittadine, per monitorare il lavoro svolto dalle istituzioni. Il volume raccoglie i dati di una ricerca condotta dal 2019 per studiare le reti antiviolenza. Per Torrioni, I numeri ci aiutano a capire la direzione da intraprendere per migliorare le azioni di contrasto alla violenza di genere. Ma i risultati ci dicono che le reti locali funzionano a prescindere dalle difficoltà. Vanno integrate ma costruiscono opportunità per le donne e per le comunità. Subito dopo, Egle Demaria ha raccontato il “Progetto Luna Nuova” realizzato dall’associazione Fermata d’autobus, dalla cooperativa “I diritti di Emma”, dal collettivo “Gli acrobati” e dall’associazione “Forme in bilico” mettendo insieme risorse e nutrire il vincente concetto di rete, soprattutto in un periodo in cui le risorse scarseggiano. Il progetto, unico nel suo genere, ha permesso di riaprire la casa rifugio Mariposas del Comune di Torino, per accogliere donne vittime di violenze e maltrattamenti, con fragilità a livello psicologico o psichiatrico. Donne che non possono essere accolte e aiutate nelle altre realtà oggi esistenti e che, oltre a trovare una nuova casa, potranno esprimere attraverso il canale dell’arte e della creatività, il vissuto che la sofferenza provata non permette loro di raccontare. L’incontro in Sala Rossa si è concluso con l’intervento di Jacopo Rosatelli che, nel rimarcare l’importanza della rete, in cui il Comune crede molto, ha sottolineato come non sia mai troppo presto per cominciare a parlare di violenza di genere. Non è un tema di settore, riguarda tutta la comunità. L’assessore alle politiche sociali ha concluso ricordando le diverse iniziative della Città, delle università, dei sindacati, del Terzo settore. Perché, ha ribadito Rosatelli, solo con una mobilitazione generale rivolta alle coscienze e al cambiamento culturale, un impegno da portare avanti tutti i giorni dell’anno, sarà possibile arrivare al risultato da tutti auspicato: l’eradicazione della violenza di genere.
Marcello Longhin