Sono 18 mila in tutta Italia, raggiungono i 25 mila con l’indotto. Sono le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Auchan, di cui fanno parte gli ipermercati, gli Sma e i Simply, rilevato, nel maggio 2019 da Conad e che vivono una situazione di incertezza rispetto alla futura situazione occupazionale.
Le loro preoccupazioni sono state esposte dalle organizzazioni sindacali che questa mattina sono state ricevute a Palazzo Civico dalla commissione Lavoro, presieduta da Andrea Russi, alla presenza dell’assessore Alberto Sacco.
In Piemonte sono quattro gli ipermercati (Torino, Venaria, Rivoli e Cuneo) per un totale di un migliaio di dipendenti, 900 nella provincia di Torino.
I sindacati denunciano come siano scarse le informazioni fornite da Conad: di certo, c’è che abbia interesse a ridurre le superfici di vendita del 30/50%, non essendo interessato alle superfici non alimentari.
Di qui la situazione di incertezza con molte domande, al momento senza risposte. Che fine farà il personale che fino ad oggi è stato occupato nel settore degli elettrodomestici, dell’abbigliamento o della cosmetica? I marchi che dovessero subentrare saranno disponibili ad assorbire i dipendenti? Con la riduzione delle superfici di vendita, ci saranno dipendenti in esubero?
Preoccupa il fatto che Conad ha creato una società denominata BDC Italia SpA nella quale ha inserito tutti i punti vendita ex Auchan che entro giugno 2020 si libererà dell’attività di vendita diretta di beni alimentari (destinata a passare sotto la direzione Conad) con il rischio di lasciare una società di dipendenti in esubero.
Il punto di vendita di Rivoli, è stato annunciato, chiuderà il 19 gennaio per riaprire nella nuova gestione il 26 marzo. I lavoratori, raccontano i sindacati, lo hanno saputo dai clienti, invitati dalla nuova proprietà all’inaugurazione della nuova gestione.
Intanto si resta in attesa del giudizio dell’Antitrust, previsto per il 20 gennaio, che dovrebbe pronunciarsi sull’ipotesi di posizione dominante assunta da Conad sul mercato nazionale.
Alla Città, i sindacati chiedono un intervento perché la nuova proprietà presentiu un piano industriale e si confronti con i lavoratori.
La consigliera Eleonora Artesio (Torino in Comune – La Sinistra), si è interrogata su cosa l’Amministrazione abbia saputo di questa vicenda e se vi siano possibilità di interventi a tutela del lavoro che vadano oltre le manifestazioni di solidarietà.
Da parte del consigliere del PD, Enzo Lavolta, l’invito all’Amministrazione perché blocchi operazioni legate a nuovi insediamenti commerciali, finchè non si sia risolta la vicenda, e ad essere presente in tutti i tavoli regionali e ministeriali dove verrà affrontata. Per lo stesso partito, la consigliera Maria Grazia Grippo sottolinea come da un lato l’Amministrazione riconosca la gravità della situazione, dall’altro però non adotti “blocchi” utilizzando strumenti urbanistici, come proposto anche dagli altri consiglieri.
Per l’assessore al Lavoro e al Commercio, la situazione è drammatica. Tuttavia ha dichiarato di aver già preso contatti con gli uffici del Ministero per lo Sviluppo Economico e manifestato la volontà di partecipare ad ogni tavolo di discussione, avanzando la proposta di coinvolgere anche i parlamentari piemontesi.
Ha spiegato, però, come non sia possibile bloccare alcuni percorsi relativi a nuovi insediamenti commerciali anche per il valore degli oneri di urbanizzazione che questi comportano a favore della Città.
Allo stesso modo, il consigliere Antonio Fornari (M5S) ritiene inutili eventuali blocchi, visto che ormai in città gli spazi sono limitati e i grandi centri commerciali vengono realizzati nella prima cintura.
L’impegno, ha sottolineato il presidente della Commissione, Russi, è quello di seguire con ulteriori appuntamenti, tutti gli sviluppi della vicenda.
Federico D’Agostino