Quante saranno le case della comunità a Torino? Una bozza del piano delle nuove strutture sanitarie previste dal PNRR che dovrebbero garantire un sistema sanitario di territorialità e di prossimità è stato illustrato, questa mattina, da Carlo Picco, direttore generale dell’Asl Città di Torino, nel corso della riunione della commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Vincenzo Camarda.
Si tratta di diciotto strutture dislocate in città dove dovrebbero essere erogati servizi specialistici, in stretta collaborazione dei medici di base, oltre a cinque ospedali di comunità, con caratteristiche di assistenza infermieristiche e socioassistenziali.
Le sedi proposte dall’Asl alla Regione sono Via Pelllico 18 e 19, Via San Secondo 29, Via della Consolata 10, corso Corsica 55, Via Farinelli 25, via Spalato 15, via Monginevro 230, via Gorizia 114, strada Villar Dora 220, via Pacchiotti 4, via Cigna 74 e 75, via Botticelli 130, lungo Dora Savona 24 e 26, via Montanaro 60, via Cavezzale 6. I cinque ospedali di comunità (da 20 a 40 posti letto) dovrebbero aver sede nell’ex Valdese, nella sede dell’ambulatorio di via Farinelli, all’Amedeo di Savoia, nell’ex astanteria Martini di via Cigna 74 e 75.
Il condizionale, tuttavia è d’obbligo. L’assessore alla Sanità, Jacopo Rosatelli, ha infatti evidenziato come il numero delle case di comunità, secondo la Regione Piemonte, potrebbe scendere da 18 a 16 o anche oltre.
Tuttavia, ha sottolineato, quella attuale è una proposta che potrebbe contemplare anche altre sedi, come l’ex Maria Adelaide o l’ex biblioteca di piazza Astengo, considerato che il PNRR prevede che i fondi siano utilizzati nell’ambito di strutture pubbliche, non necessariamente le attuali sede Asl. Per questo, ha affermato, sono state coinvolte anche le Circoscrizioni.
Tra i consiglieri, Nadia Conticelli (PD) ha osservato come, secondo l’attuale bozza, resti sguarnita la zona ovest della città mentre Claudio Cerrato (PD) ha rimarcato il rischio che i fondi del PNRR si riducano a manutenzioni delle sedi Asl, mentre, in realtà, il Piano nazionale entri nello specifico anche per quanto riguarda il personale. Domenico Garcea (Forza Italia) ritiene di grande interesse la proposta di una sede di casa comunità alla Falchera, in piazza Astengo. Pietro Tuttolomondo (PD), invece, ricorda come i parametri fissati dal PNRR, nel rapporto popolazione case di comunità, siano chiari quindi la Regione non può non tenerne conto, evidenziando come il Maria Adelaide non possa essere trascurato. Angelo Catanzaro (PD) si interroga su quali criteri siano stati utilizzati per la scelta dei luoghi, visto che alcuni presentano problemi di accessibilità, mentre Ivana Garione (Moderati), sottolinea una presenza maggiore di strutture nell’area nord est rispetto al nord ovest della città. Secondo Elena Apollonio (Lista civica), è importante agire in un’ottica di ascolto delle esigenze del territorio, pensando a come si immagina il servizio, evitando che i fondi riguardino solo la manutenzione degli edifici. Per Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia) è importante che ci sia il dialogo con la Regione e che i progetti siano in grado di offrire quella presenza sul territorio che è mancata durante la pandemia.
I tempi per trasmettere le proposte definitive alla Regione sono ristretti, tuttavia la scadenza del 20 dicembre, potrebbe slittare di un paio di mesi concedendo alla Città la possibilità di ulteriori analisi ed approfondimenti.
Federico D’Agostino