Era la madre di uno dei più importanti scrittori italiani del XX secolo, quell’Italo Calvino di cui nel 2023 ricorre il centesimo anniversario della nascita: ma non è per questo che il giardino di via Campana 32, in zona San Salvario, porta da oggi il suo nome. Eva Mameli Calvino (1886-1978) si laureò in matematica – il che nella visione del mondo del primo Novecento non era considerata “roba da donne” – e successivamente ottenne una seconda laura, in scienze naturali. Non aveva ancora trent’anni quando divenne la prima donna abilitata alla libera docenza in botanica, un campo nel quale raggiunse risultati di eccellenza, in collaborazione con il coniuge Mario Calvino, esperto agronomo, fino a conseguire cattedre universitarie negli atenei di Catania e Cagliari.
Di fatto costretta a rinunciare alla carriera accademica, a fronte dell’impossibilità di ottenere una destinazione che le consentisse di armonizzare la vita professionale con la cura dei figli Italo e Floriano, Eva Mameli continuò a lavorare nel campo della botanica, fino a subentrare al marito nella direzione della stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo. I risultati del loro lavoro si vedono ancora oggi, in quella che è ormai conosciuta a livello internazionale come la Riviera dei Fiori.
Ma non è tutto. Durante la Guerra di Liberazione, la professoressa Mameli si assunse rischi notevoli per aiutare in prima persona partigiani ed ebrei in fuga, venendo anche arrestata dai fascisti della Repubblica di Salò. Botanica e antifascista, si è infatti scritto sulla targa il cui scoprimento ha battezzato la nuova denominazione del bell’angolo di verde, così prezioso in un quartiere densamente edificato come San Salvario. Questa è solo una piccola sintesi della vita di Eva Mameli Calvino, la cui potente e suggestiva figura è stata oggi rievocata nei discorsi tenuti in occasione della cerimonia di intitolazione alla sua memoria di quello che gli abitanti della zona amano chiamare “il giardinotto”, per la collocazione prospiciente alla vecchia sede della Circoscrizione.
A ricordare la professoressa Mameli hanno preso la parola il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano, la docente emerita dell’Università di Torino Bice Fubini (fondatrice dell’Associazione nazionale Donna e Scienza) e la docente emerita del Liceo Cavour (per l’Associazione Donne per la difesa della Società civile Alessandra Melloni. Presente anche la vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria.
A concludere della cerimonia, prima del simbolico scoprimento della targa, è stato l’intervento della presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, la quale ha sottolineato come l’intitolazione avesse conseguito due nobili obiettivi, la celebrazione di una figura femminile straordinaria, che seppe raggiungere traguardi allora impensabili per una donna così come il battesimo di un significativo spazio urbano fino ad oggi privo di una denominazione.
Eva Mameli, ha ricordato la presidente, seppe anche contribuire a creare la cifra stilistica di Italo Calvino, perché aveva una notevolissima padronanza della lingua italiana, rigorosa e immune dall’approssimazione che spesso accompagna la comunicazione orale. La sua carriera e il suo impegno, anche la sua rinuncia alla cattedra (evocativa di un problema ancora oggi attuale) costituiscono un esempio per la nostra società contemporanea, che vede solo un 12% delle studentesse scegliere ambiti scientifici, un gap che appesantisce anche in senso economico il nostro Paese e che è anche dovuto alla permanenza di stereotipi sui ruoli di genere.
(Claudio Raffaelli)