Bilancio di previsione: la relazione e il dibattito

La sessione del Consiglio comunale dedicata all’approvazione del Bilancio di previsione e del Documento unico di programmazione 2025-2027 si è aperta a fine mattinata con la relazione in Sala Rossa dell’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli – il testo integrale è allegato – che ha sottolineato le difficoltà legate al contesto geopolitico “sempre più frammentato e accidentato” in un “quadro internazionale molto preoccupante” e prospettive di crescita a medio termine “ancora mediocri”.

“Per favorire sviluppo e crescita – ha evidenziato l’assessora – sarà dirimente riuscire a garantire maggiore coesione e inclusione sociale, incrementando la tutela delle fasce più deboli della popolazione che potrebbero risentire dei cambiamenti dovuti dalla transizione, considerando il welfare non ancillare alla crescita cioè come un suo mero sostegno, ma uno degli elementi di crescita”.

“La filosofia che è sottesa a ogni nostra azione in questi anni è stata la solidarietà intergenerazionale che grazie a una maggiore sensibilità per i temi della sostenibilità finanziaria e degli oneri di gestione futuri ci ha portato a valutare sempre le conseguenze delle nostre azioni sui giovani”.

Ha ribadito i tre obiettivi prioritari  dell’Amministrazione:

  1. il rispetto del Piano di rientro del disavanzo, la cui quota di ripianamento annuale nel 2025/26/27 ammonta a 55,6 milioni di euro, per un totale nel triennio di euro 166,7 milioni di euro;
  2. la riduzione del ricorso all’indebitamento che nel triennio è pari a circa 32 milioni di euro, di gran lunga al di sotto della capacità prevista dalla normativa;
  3. il riequilibrio di parte corrente, con la generazione nel triennio di un avanzo economico di 35,3 milioni di euro, destinato agli investimenti.

Si è soffermata sul Patto per Torino: “Risulta importante per il 2025, ma poi successivamente in progressiva flessione, la contribuzione del Patto, che continua a essere determinante e assegna nel triennio alla Città circa 176,5 milioni di euro”.

“Possiamo dirci soddisfatti per aver portato avanti un percorso virtuoso di risanamento dei conti” – ha detto, evidenziando anche l’importanza dei progetti finanziati dal Pnrr, “vero motore di sviluppo”, con “l’opportunità unica di una mole impressionante di finanziamenti, circa 2,7 miliardi di euro, che abbiamo saputo cogliere per disegnare e trasformare questa Città, rendendola sempre più teatro di grandi eventi, meta turistica affermata, perché sappiamo bene che ogni euro investito in cultura, turismo e grandi eventi ne genera nove sul territorio, facendole cambiare pelle con l’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione della Metro 2, la più grande infrastruttura pubblica mai realizzata nel Nord ovest, con la rinascita del Valentino e la futura trasformazione di via Roma”.

“Abbiamo cercato di coniugare efficienza ed equità – ha concluso – predisponendo un bilancio dinamico, che nasce nel contesto complicato raccontato all’inizio, che è ancorato al presente, ma ha una visione solida sul prossimo futuro, puntando su interventi e investimenti pubblici sostenibili, che possano agire da moltiplicatore degli investimenti privati, rafforzando il sistema virtuoso di co-progettazione insieme a tutti gli altri attori del territorio”.

Alla relazione sono seguiti gli interventi di:

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha stigmatizzato il degrado della città e il deterioramento della qualità di vita. Oltre al problema della microcriminalità ha poi sottolineato aumenti delle imposte e inefficienza del trasporto pubblico. Il Piano Regolatore è in ritardo, i potenziali investitori sono scoraggiati. Se la giunta è disponibile a cambiare registro, ha concluso, Torino Bellissima c’è.

Torino Libero Pensiero, per voce di Giuseppe Iannò, ha sottolineato la fortuna dell’Amministrazione nell’avere ottenuto i fondi del Patto per Torino e del PNRR, con i quali si sarebbe dovuto rilanciare sviluppo e innovazione. Torino è invece desertificata, con pochi grandi eventi che sono da ascrivere alla precedente amministrazione, mentre cresce lo scontento per la gestione del verde pubblico e le buche nelle strade. Crescono disuguaglianze e povertà, occorrerebbe una visione pragmatica delle risorse senza metter mano alle tasche dei torinesi, ha concluso sottolineando l’importanza di temi quali la Metro 2 e l’innovazione della macchina amministrativa.

Dopo aver sottolineato l’azione positiva del governo nazionale, Giuseppe Catizone (Lega) ha deplorato il deterioramento delle condizioni di Torino, in temi come l’ambiente e la sicurezza, anche se con il nuovo assessore pare ci sia una nuova attenzione su quest’ultima: la sicurezza, che richiederebbe più investimenti, serve anche a rendere la città più attrattiva. preannunciato una mozione sui temi di sicurezza, riqualificazione delle periferie, trasporto pubblico e piste ciclabili, evidenziando anche la carente gestione dei rifiuti e la necessità di sgravi per favorire la crescita nelle periferie.

Per Andrea Russi (M5S) il Bilancio è impalpabile, una gestione senza una chiara rotta. Ritiene manchi visione, una mera gestione contabile che vive ancora di rendita per il Patto per Torino, ancorato ancora al PNRR. Emergono criticità che non si possono più ignorare, Torino in caduta libera è scesa al 58° posto, con aumento di tutte le tasse, verde pubblico massacrato, aumento trasporti. Alcune risorse distribuite a pioggia non garantiscono risultati concreti. Si sta ignorando la crisi economica e sociale, serve un Bilancio che guardi al futuro e risponda alle esigenze della comunità.

Federica Scanderebech (Forza Italia) sostiene che dal Bilancio dovrebbe emergere una visione strategica, ma manca collegamento con la città che necessita di azioni immediate e concrete. Nessuna iniziativa per salvare posti di lavoro e per attrarre investimenti. Il traffico è insostenibile, la metro in perenne disservizio, manca regia chiara dei trasporti, è trascurata la sicurezza. Ci sono grandi margini di miglioramento per decoro e sicurezza, strisce, segnaletica, per le quali è stata proposta da parte del Gruppo una mozione di accompagnamento. Le pedonalizzazioni, sostiene, sono spot senza un piano di viabilità. Il verde pubblico è abbandonato, l’abusivismo danneggia il commercio. Occorre ristrutturare luoghi per anziani ed eliminare barriere architettoniche. Il Piano regolatore non garantisce trasformazioni. Ci sono aumenti senza miglioramento di servizi. Bisogna puntare sul turismo.

Fabrizio Ricca (Lega) ha espresso compiacimento per la scelta di riqualificazione del parco del Meisino. Sostiene sia necessario capire come sarà la nuova riorganizzazione della polizia locale. Ha annunciato battaglia su gestione dei beni comuni (in particolare su occupazione di corso Regina 47), e ha invitato a ringraziare la Regione per eventi che hanno avuto ricadute su Torino. Ha illustrato la mozione di accompagnamento per sgravio Imu per proprietari che vogliano affittare una casa.

La consigliera Anna Borasi (PD) rispondendo ad alcune sollecitazioni, ha ricordato che le assunzioni in Comune sono al massimo del consentito da una Legge del 2020; che le politiche industriali di Stellantis richiedono interlocuzioni a livello nazionale ma, a livello locale, il sindaco sta lavorando per ottenere il massimo degli investimenti sul territorio; che la pianificazione degli eventi, che rendono Torino attrattiva a livello internazionale, è pensata anche in vista dello sviluppo del tessuto economico che deriva da una città turistica. Poi un plauso al modo di lavorare partecipativo dell’amministrazione che ha permesso la modifica del progetto del Mesino, rendendolo un modello condiviso di educazione allo sport e all’ambiente.

Per Ferrante De Benedictis (Fd’I) Torino è ancora oggi espressione di un mondo straordinario in termini di know how, di competenze, conoscenze ed esperienza, con aziende che rappresentano il fiore all’occhiello di questa nazione. Ma non va tutto bene. Lo dice la classifica del sole 24 ore, dove in un anno Torino ha perso ventidue posizioni in termini di vivibilità. Ci si deve confrontare sui bisogni primari: del lavoro, della casa. Questo Bilancio taglia 13 milioni di euro sul diritto alla casa, capitolo di spesa fondamentale su un tema cruciale per ridare dignità alle persone e farle diventare motore di sviluppo della città. Sul tema del lavoro, Torino non può e non deve rinunciare alla sua vocazione industriale. Il capitale a servizio del territorio. Ne va del futuro della città, dei nostri giovani, delle università.

Simone Fissolo (Moderati) lo definisce un Bilancio sostenibile. Dal punto di vista finanziario, perché c’è stata una politica oculata, responsabile, mancata negli ultimi anni in cui si è fatto troppo debito. Concreta con il Patto per Torino che contiene nuovi mutui. La sostenibilità ambientale e quella demografica richiedono invece ancora tanto lavoro. Serve un’ecologia credibile, che investe sul verde della città: senza alberi non si raggiunge la neutralità climatica prevista per il 2030. E manca un investimento per sostituire gli alberi abbattuti, un impegno per le future generazioni. Sul tema della sostenibilità demografica, Fissolo ritiene che la città deve fermare l’invecchiamento. Per farlo serve anche un impegno del Governo nazionale per lo Ius Scholae, una via percorribile per invertire il trend negativo. E Torino deve attirare ragazze e ragazzi che vogliono costruire qui la propria indipendenza, diminuendo i tempi della burocrazia, incentivando l’utilizzo degli immobili sfitti, riducendo la fiscalità.

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) auspica che il Dup diventi un documento rilevante data la poca diffusione attuale, un testo in grado di dare visione alla nostra Torino. Ampio lo spazio rivolto agli aspetti dell’economia sociale: la consigliera ritiene che siamo già dentro un processo di economia sociale incorporata nella società, indispensabile al rinnovo del tessuto cittadino. Sul tema ha presentato una mozione e chiesto un consiglio aperto per poi concludere l’intervento richiamando l’attenzione alla velocizzazione delle procedure di rinnovo dei permessi di soggiorno.

Secondo Elena Apollonio (Alleanza dei democratici – Demos democrazia solidale) la complessità delle sfide della società contemporanea pone gli enti locali al centro dell’attenzione ma la manovra economica statale è una stangata per gli enti locali. Tra i molti temi trattati nell’intervento – turn over dipendenti comunali; riqualificazione periferie; dotazioni finanziarie insufficienti; denatalità; donne migranti; violenza economica; rinnovo dei permessi di soggiorno; educazione alla pace – si è detta consapevole della situazione torinese e delle amministrazioni italiane richiamando la necessità di cooperazione tra organismi ed enti anche di colore differente.

Ivana Garione (Moderati) ha richiamato una questione su tutte: la sostenibilità finanziaria precaria di inizio mandato oggi migliorata grazie ai fondi del Patto per Torino. Ha definito l’amministrazione civica oculata che sta ben svolgendo il proprio lavoro per poi ricordare l’emendamento al Dup sulla raccolta differenziata da migliorare considerato il 24% dei rifiuti non conferibili.

Per Sinistra Ecologista, Emanuele Busconi ha sottolineato la centralità del welfare, segnalando come si registrino tagli a livello governativo mentre la Città va nella direzione opposta. Il consigliere ha poi sostenuto come sia particolarmente rilevante la questione abitativa, specificando come la proposta “Vuoti a rendere” intenda rendere meno vantaggioso mantenere sfitti gli appartamenti, limitatamente ai proprietari di almeno cinque appartamenti nello stesso Comune. Questo, ha aggiunto, mentre il governo investe in spese militari, penalizza i più deboli, manca di una politica industriale, propone il ponte sullo Stretto invece di finanziare il trasporto pubblico.

Silvio Viale (+Europa-Radicali) ha criticato la genericità del dibattito richiamando il pragmatismo e criticando le mozioni di accompagnamento al bilancio. Ha ricordato come le classifiche pubblicate sui giornali siano aleatorie e ha annunciato voto positivo sul bilancio. Infine, toccati i temi della natalità (stabile) dell’inquinamento (in diminuzione) delle case sfitte (da verificare), ha evidenziato la centralità del TAV per lo sviluppo di Torino.

Ha polemizzato con l’assenza del sindaco durante il dibattito Elena Maccanti (Lega), la quale ha poi stigmatizzato la tendenza a scaricare le responsabilità e avocare a sé ogni merito. I fondi e l’impegno di governo e Regione Piemonte (ad esempio per la Metro 2 e le ATP), ha sottolineato, non sono stati citati, così come gli importanti stanziamenti della manovra di bilancio governativa per trasporto pubblico e minori in difficoltà. La riduzione del debito è stata dovuta al Patto per Torino e ha comportato aumenti tariffari. La consigliera ha poi criticato le politiche dell’UE per l’automotive.

Secondo Claudio Cerrato (Pd) Torino riduce i suoi abitanti ma mantiene i capisaldi legati ad abitazione e lavoro. Ente locale è in grado di intervenire se ha i conti in ordine, e l’amministrazione riesce a ridurre disavanzo e quota indebitamento. Si è lavorato per aumentare agevolazioni sulla Tari, ripartite le assunzioni, ora al massimo della capacità assunzionale, ma c’è un limite imposto da norme nazionali. Più personale significa più servizi. Moltissimo è stato fatto su edilizia scolastica, sport, biblioteche ed è merito di questa Amministrazione – ha concluso – se si riescono a mettere a terra i progetti.

Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) non si è meravigliato del 58° posto di Torino. Sottolinea come i cittadini siano privi di servizi essenziali, come carte d’identità o erba alta. Il disavanzo e i debiti di questa città partono da lontano.

Domenico Garcea (Forza Italia) ha illustrato la sua mozione collegata al bilancio, relativa all’ex scalo Vallino. Il documento richiede interventi migliorativi sotto il profilo ambientale, con il verde lungo corso Sommelier e tecnologie dei tetti verdi.

(Redazione CittAgorà)