Il motore elettrico rappresenta probabilmente uno dei sistemi futuri per una mobilità rispettosa dell’ambiente. Ma per Torino, l’elettrico ha radici nel passato, addirittura nei primi anni 50 del ‘900. Già, perché era il 1953 quando una Fiat Balilla degli anni ’30, appartenente al parco automezzi del Comune di Torino, veniva smontata nei suoi componenti meccanici del motore a benzina e trasformata, grazie a un progetto realizzato dai meccanici comunali, in un’auto con motore elettrico. Colore blu notte, il simbolo della Città in evidenza, era l’auto utilizzata dal sindaco di allora per i suoi spostamenti. Nel vano motore e nel bagagliaio due blocchi costituiti da batterie le consentono, ancora oggi, di essere funzionante, seppure per pochi chilometri e solo in occasione di esposizioni o raduni.
Oggi, è custodita con cura nel parco automezzi della Città di via Ponchielli visitato, questa mattina, dai consiglieri della commissione Patrimonio, presieduta da Marco Chessa.
Oltre alla Balilla, non mancano altri pezzi da museo, come l’autocarro Fiat 690, risalente ai primi anni ’70, utilizzato per lo sgombero neve o la Fiat campagnola, costruita negli anni ’50, ed utilizzata da vigili urbani della Città.
Accanto a questi “pezzi” pregiati, l’intero parco comunale, costituito da 800 mezzi tra auto, motociclette, furgoni e camion. Un ambito del Comune che risente, come tanti altri settori, della carenza di personale. Basti pensare che, nel 2011, venivano svolti 4000 servizi all’anno mentre oggi, anche per carenza di autisti, i servizi sono circa 3000, legati al trasporto di persone o materiali. Ma non sono solo gli autisti ad essere sotto organico. Il deposito di via Ponchielli, infatti, che dispone di due officine per auto e per moto, può contare solo su due meccanici. A loro il compito di effettuare diagnosi sullo stato di salute dei mezzi, prima di avviarli ad officine esterne, e il controllo sugli interventi effettuati, nel momento del rientro.
Degli 800 mezzi, 352 appartengono alla Polizia Municipale. Sono 44 le auto noleggiate che andranno a sostituire veicoli ormai vetusti. Per queste, le risorse provengono in parte dalle sanzioni comminate dalla Polizia Municipale. Secondo i funzionari del settore, il 92% dei mezzi andrebbe sostituito, hanno percorso oltre tre milioni e mezzo di chilometri e, per alcuni di essi, è quasi giunto il momento di dire addio alla strada, mentre per altri la possibilità di essere messi all’asta, come accaduto lo scorso anno, con la vendita di un centinaio di veicoli.
Federico D’Agostino