100.000, 113, 51 e 11: sono le cifre che riassumono gli aggiornamenti sugli uffici anagrafici forniti dall’assessora Paola Pisano nel corso di una seduta congiunta delle commissioni Controllo di gestione e Personale, presieduta per l’occasione da Marco Chessa. La riunione era stata organizzata per approfondire un’interpellanza presentata dalla consigliera Deborah Montalbano, del gruppo Uscita di sicurezza.
Ed ecco il senso dei numeri: 11 sono i lavoratori e lavoratrici interinali che, dopo un apposito percorso formativo e in accordo con la Prefettura, potranno operare agli sportelli con regolare delega di ufficiale d’anagrafe. 11 anche gli impiegati e impiegate che da altri settori del Comune sono affluiti a dare a loro volta man forte agli uffici anagrafici, messi in difficoltà dalle procedure di erogazione della carta d’identità elettronica (CIE) e dalla carenza di personale. 51 sono le postazioni abilitate all’emissione della CIE, 22 delle quali presso l’Anagrafe centrale di via della Consolata (dove uno dei saloni al piano rialzato è stato dedicato alle sole CIE) e le rimanenti collocate nelle diverse sedi territoriali. 113 è invece il numero di nuovi addetti che sarebbero necessari, nel 2019, per sostituire i pensionati e riportare al completo la pianta organica, che prevede circa trecento unità. Negli uffici anagrafici torinesi l’età media è di 56 anni, con forte presenza di persone ormai alla soglia della pensione, anche prescindendo dalle modifiche del regime pensionistico in discussione in questi giorni.
L’assessora Pisano ha inoltre specificato che squadre di volontari, in orario straordinario, stanno lavorando per la riduzione dell’arretrato, mentre si svolgono incontri di carattere formativi e di analisi dei problemi e delle relative soluzioni. 100.000 euro, infine, è la cifra stanziata per i primi interventi intesi a migliorare la sicurezza degli ambienti anagrafici (porte tagliafuoco e ristrutturazione di servizi igienici). L’assessora ha poi segnalato come il cambiamento in atto delle procedure vada a modificare modalità di erogazione dei documenti d’identità in vigore sin dal 1930, con percorsi di digitalizzazione che comportano azioni di formazione e di riorganizzazione degli uffici.
Claudio Raffaelli