Si ritorna a parlare di preoccupazione per le radiazioni a radiofrequenza (RFR) emesse da trasmettitori e ripetitori per la telefonia mobile.
In commissione Ambiente, presieduta da Federico Mensio, è stata discussa la petizione firmata da circa 600 cittadini residenti tra via Pietro Cossa e via Pianezza, allarmati per la presenza di un gran numero di ripetitori sui tetti delle abitazioni.
I cittadini, anche attraverso le parole di Gian Piero Godio, presidente di Legambiente Piemonte, sono preoccupati per la cosiddetta “esposizione obbligata”. “Tutti si espongono volontariamente a onde elettromagnetiche utilizzando computer, televisori e, soprattutto, smartphone, ha affermato, ma subiscono, loro malgrado, la presenza di onde provenienti dai ripetitori, la cui pericolosità non è né confermata né smentita dalla ricerca scientifica”.
I presentatori della petizione, evidenziando che nelle zone interessate pare ci sia stato un aumento di cittadini colpiti da tumore, hanno manifestato ulteriore timore per la futura tecnologia di telecomunicazioni 5G che, secondo le informazioni in loro possesso, richiederebbe una più capillare diffusione di ripetitori. Hanno quindi sottolineato come Torino, se vorrà essere all’avanguardia introducendo per prima sul territorio nazionale il 5G, dovrà anche essere la prima a prevedere un piano di localizzazione e di regolarizzazione delle emissioni, tenendo comunque conto delle esigenze delle compagnie telefoniche perché possano in ogni caso garantire il servizio nell’interesse dei cittadini.
I tecnici comunali presenti all’incontro, hanno replicato spiegando che le normative nazionali e regionali prevedono il rispetto di limiti di esposizione (in Italia sono più bassi dello standard europeo) e la copertura del campo. Di conseguenza, ai Comuni resta poca autonomia nella regolamentazione delle antenne.
Tuttavia, da parte dei consiglieri Magliano e Curatella, è stato dimostrato interesse verso il tema rispetto al quale sono stati annunciati approfondimenti nelle prossime riunioni della commissione Smart City e la volontà di ragionare sullo studio di un regolamento.
Carola Bortesi
(Stage Università di Verona)