Il 3 luglio del 1958 fu firmato a Liegi, in Belgio, un gemellaggio tra sei città rappresentanti dei sei Paesi fondatori della Comunità Economica Europea, nata a Roma il 25 marzo del 1957. Erano Colonia, Esch-sur-Alzette, Liegi, Lille, Rotterdam, Torino.
Nella mattinata odierna il Consiglio comunale nella persona del suo presidente, Fabio Versaci, ha ricevuto la visita di una delegazione proveniente da una di queste città di antico gemellaggio: Colonia.
Per alcuni di loro si trattava di un ritorno, dopo la visita del 2006 nel quadro degli eventi olimpionici.
Dopo quattro giorni di visite alla Città e alla Reggia di Venaria, alla vigilia del rientro in Germania, i 18 membri del “club” (si chiama proprio così) degli ex Consiglieri comunali di Colonia, guidati dalla loro coordinatrice, Alice Gneipelt, hanno voluto incontrare le autorità cittadine.
L’incontro, voluto non solo per cortesia istituzionale ma dettato da schietto interesse per la nostra città, per l’amministrazione e le sue politiche, per i meccanismi istituzionali che ne regolano l’azione, ha richiesto a Versaci risposte su temi complessi.
Dopo i saluti istituzionali trasmessi a nome dalle rispettive sindache, Chiara Appendino e Henriette Reker, parte un fuoco di fila di domande sulle limitazioni al traffico privato (“si cammina bene a Torino, l’impressione è che ci siano meno auto che a Colonia”), sulle politiche per la mobilità sostenibile, su turismo, Airbnb e piattaforme analoghe, collegate all’incetta di appartamenti nelle zone centrali che sta creando grossi problemi a Colonia, sulla composizione degli schieramenti di maggioranza e minoranza in Consiglio e sull’avvicendamento politico determinatosi con le ultime
elezioni comunali e le sue eventuali ricadute sull’apparato amministrativo.
L’incontro, durato oltre un’ora, si conclude con gli apprezzamenti sulla Città da parte degli ospiti tedeschi, ancora una volta molto puntuali: bellissima la Sala Rossa, ottima la disposizione dei banchi per file frontali invece che in emiciclo (una caratteristica quasi esclusiva di Torino), apprezzatissimo il barocco piemontese, “Colonia non ne ha perché è in gran parte di recente costruzione”.
Atto finale uno scambio di piccoli doni.
Silvio Lavalle