“La città che vorrei, reinventare la città a misura di donna”, è un progetto lanciato nel 2021 da Soroptimist International, l’associazione mondiale di #donne, impegnate in attività professionali e manageriali, che sostiene, fra l’altro, il potenziale delle donne, la trasparenza e il sistema democratico delle decisioni, l’accettazione delle diversità, lo sviluppo sostenibile. Il progetto, che prende lo spunto dalla considerazione che una parte dei fondi del PNRR sono assegnati alla rigenerazione delle città ed in particolare alla parità di genere, si propone come un laboratorio articolato in quattro diversi percorsi. La partecipazione delle donne, l’ascolto della voce delle donne per conoscere la loro visione, l’attivazione di un confronto sul territorio con la comunità e le amministrazioni locali sulla visione futura della città, progetti da realizzare sul territorio.
Nell’ambito di questo progetto, ieri pomeriggio nella sede della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Torino, si è svolta una tavola rotonda sul tema “Torino città della cultura e della conoscenza” a cui ha partecipato la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, chiamata a rispondere alla domanda: “qual è il ruolo del Consiglio comunale nella creazione di politiche di diffusione della cultura e della conoscenza, quali limiti e quali strategie per superarli?“.
Grippo ha risposto in modo esaustivo, tracciando un profilo approfondito di quello che rappresenta oggi l’istituzione Consiglio comunale, ponendo l’accento sulle attività declinate al femminile e portando alcuni esempi di buona amministrazione. Un’assemblea che Grippo ha definito espressione di una pluralità di sguardi mai avuta in passato, attenta alle esigenze reali di cittadine e cittadini, predisposta a realizzare programmi e progetti inerenti la parità di genere. Accorciando le distanze fra amministrazione e #comunità, già nelle scuole, per migliorare la #partecipazione e la fiducia verso le #istituzioni, utilizzando la #toponomastica per porre attenzione al mondo della cultura attraverso la valorizzazione dei luoghi e della memoria, cercando di fare rete con altre istituzioni.
Marcello Longhin