Come forse molti ricordano uno degli ospedali più antichi di Torino, inaugurato nel 1887 e intitolato alla regina Maria Adelaide, chiuse nel 2016 e le attività furono trasferite al CTO. A interrogarsi sul futuro di quei quindicimila mq di lungo Dora Firenze oggi inutilizzati si è riunita oggi pomeriggio la Commissione IV^ presieduta da Vincenzo Camarda.
Per fornire un ragguaglio dello stato dell’arte è intervenuto a Palazzo civico Giovanni La Valle, direttore generale della Città della salute e della scienza di Torino. Ha spiegato che si sta valutando di mantenere una destinazione socio-sanitaria con il ripristino di mille mq negli spazi del complesso; l’idea è di aprire una Casa di comunità che si integri con gli spazi dello studentato previsto per le Universiadi torinesi del 2025, una scelta quest’ultima confermata nelle scorse settimane dalla Regione Piemonte proprietaria dell’ex struttura ospedaliera.
Oggi siamo nel campo delle ipotesi, è bene sottolinearlo, ma la prospettiva non sembra sgradita alla giunta comunale se come ha dichiarato l’assessore al Welfare della Città, Jacopo Rosatelli, un giorno potranno convivere i giovani dello studentato e i meno giovani pazienti della Casa di comunità in uno spazio che rimarrebbe in mano pubblica mantenendo una vocazione socio-sanitaria. A patto, ha sottolineato il rappresentante della Giunta, che la lista degli interventi regionali finanziati dal PNRR comprenda anche gli spazi del Maria Adelaide oggi esclusi dall’elenco dei beni oggetto di finanziamento comunitario.
Oggi non si può aggiungere molto altro e non resta che aspettare l’evoluzione della trattativa, ma a una domanda proviamo a rispondere: cos’è una Casa di Comunità? Si tratta di una struttura con una «presenza medica» 24 ore al giorno, sette giorni su sette, insieme agli infermieri e a specialisti come lo psicologo, il logopedista, il fisioterapista, il dietista, il tecnico della riabilitazione e l’assistente sociale, ma quando necessario anche il cardiologo, lo pneumologo o il diabetologo. Si potrà ottenere oltre alla classica visita medica anche servizi diagnostici primari per monitorare le proprie condizioni di salute, un servizio utile soprattutto per quei pazienti cronici che potranno accedere ad apparecchiature come ecografi, elettrocardiografi, retinografi, oct, spirometri. Ci sarà infine anche un punto per i prelievi e per gli screening oltre che per le vaccinazioni e si potranno trovare anche i servizi classici di prenotazione di visite e ricoveri (Cup).
Roberto Tartara