Per quanto il peso dell’industria automobilistica nel suo tessuto economico e sociale non sia più quello dei decenni scorsi, per Torino ciò che farà o non farà il Gruppo Stellantis sotto la Mole non è certo questione da poco. Proprio le ricadute sulla città delle prossime scelte industriali della multinazionale che ha assorbito FCA, nella quale era già confluiranno la storica FIAT, sono state al centro di un fitto confronto svoltosi questa mattina a Palazzo Civico, in occasione dell’incontro fra la III commissione Lavoro (presieduta da Pierino Crema) e i vertici torinesi dei sindacati confederali dei metalmeccanici, alla presenza degli assessori Mazzoleni e Pentenero, nonché della direttrice generale del Comune, Alessandra Cimadom.
Edi Lazzi per la Fiom-Cgil, Luigi Paone per la Fim-Cisl e Rocco Cutrì per la Uilm-Uil hanno manifestato attenzione e cautela sui nuovi progetti annunciati da Stellantis, a partire dal Green Campus di Mirafori. Cautela a partire dal numero di addetti dichiarato, che non convince i sindacalisti a fronte della riduzione in atto nell’area impiegatizia, con forti incentivi alle dimissioni volontarie. Cautela a fronte del fatto che in Italia si producono ormai 400mila autoveicoli contro i tre milioni prodotti in Germania e i quasi due milioni in Polonia, mentre a Mirafiori gli addetti sono calati del 38% in meno di dieci anni e dei nuovi due modelli annunciati ieri nessuno sarà prodotto a Torino o in un altro stabilimento italiano.
La 500 elettrica a Torino si produce bene, hanno spiegato i sindacati, con un 9% di incremento rispetto all’anno passato, ma per contro, la produzione delle Maserati è al minimo storico e il futuro centro di riciclaggio non comporterà nuove assunzioni ma solo trasferimenti di personale da altri comparti produttivi. E resta l’incognita di uno stabilimento, quello di Mirafiori, enorme e oggi in buona parte non attivo, il quale neanche nelle più rosee ipotesi di sviluppo potrà essere in futuro completamente utilizzato, come ha sottolineato l’assessore Mazzoleni, precisando peraltro che al momento non vi è alcuna previsione urbanistica di cambio di destinazione d’uso per l’area Stellantis di Mirafiori né di valorizzazione immobiliare.
Serve un tavolo di confronto, hanno sostenuto i sindacati: una struttura snella e operativa, al quale siedano le rappresentanze dei lavoratori, le istituzioni (a partire da Città di Torino e Regione Piemonte) e lo stesso Gruppo Stellantis. Una sorta di cabina di regia, operativa e che raccolga tutte le parti interessate, ha rilanciato l’assessora Pentenero, per la quale occorre comprendere quali saranno le ricadute sull’occupazione del progetto annunciato dalla multinazionale, che non è più la Fiat “torinocentrica” di un tempo.
Numeroso gli interventi di consiglieri e consigliere. Viale ha segnalato come la difesa del motore endotermico da parte italiana, a fronte della tendenza verso l’elettrico, crea un clima non favorevole alla difesa dell’interesse nazionale, mentre Russi ha protestato contro il fatto che gli accordi stipulati nei medi scorsi tra Comune, Regione e Stellantis siano stati secretati per volontà di quest’ultima. Catizone ha deplorato le carenze infrastrutturali di Torino che la rendono poco attrattiva per nuovi investimenti, segnalando come in Italia non si sarà pronti all’elettrificazione della mobilità per il 2035. Ravinale ha sottolineato come occorra aprire un confronto con Stellantis, la quale ragionare in termini finanziari e non imprenditoriali, anche per i 3 milioni di mq di Mirafiori. Ciampolini ha a sua volta evidenziato la crucialità urbanistica di uno spazio immenso come lo stabilimento di Mirafiori, sul cui futuro va coinvolta l’intera città. Crosetto ha da parte sue evocato le difficoltà per la transizione all’elettrico nel nostro Paese, respingendo però l’idea che sia un preteso scetticismo in merito del centrodestra a frenare gli investimenti di Stellantis su Torino. Crema ha ricordato come nel consiglio di amministrazione di Stellantis sia rappresentato il governo francese, fatto per cui dovrebbe essere il “sistema Paese” nel suo insieme a intervenire, non solo Regione e Comune. Nel suo intervento, Liardo ha enfatizzato le responsabilità delle amministrazioni comunali precedenti, a suo tempo mute sul trasferimento della sede legale all’estero e con politiche di mobilità ostili alle auto. Tema quest’ultimo ripreso anche da Garcea, per il quale il Consiglio comunale dovrebbe essere informato di eventuali accordi tra Palazzo Civico e Stellantis.
In chiusura della riunione, il presidente Crema ha preannunciato un incontro con le altre organizzazioni sindacali attive nel Gruppo Stellantis e sostenuto l’ipotesi di una cabina di regia prospettata dall’assessorato Pentenero.
Claudio Raffaelli