Un pranzo “migrante” a Terra Madre

Msemen con acciughe al verde e tomino di capra al bagnetto rosso, flan di porro e platano con fonduta al Maccagno, arepas con ragù d’agnello in stile kofte su julienne di verza allo yogurt e menta, crema catalana al dattero e cannella con paste di meliga. È stato questo pranzo, chiamato “Fa bene kitchen”, il momento centrale dell’incontro ospitato domenica scorsa dalla Società di mutua assistenza Decoratori e imbianchini di Via Lanfranchi. L’evento è stato organizzato dall’associazione Fa bene che ha chiesto allo chef Alessandro Vergnano di condividere la sua cucina con la collega Dalia Rivolta e alcune donne migranti che partecipano al progetto Donne che salvano la Terra per preparare insieme i piatti proposti. Obiettivo dell’associazione, quello di superare stereotipi e pregiudizi che discriminano le donne #migranti attraverso il linguaggio universale della cucina e consentire loro di riscoprire il valore delle proprie origini per metterlo in relazione con la #comunità in cui vivono. Ad interagire con le donne migranti c’è Dalia Rivolta che incontra le donne intorno al tavolo da cucina per preparare piatti della loro tradizione trasformandolo nel racconto della loro storia e delle loro aspirazioni per un futuro più giusto. Al pranzo di domenica, seguito da un concerto dell’Orchestra Terra madre e AنS (Shamss collective), ha partecipato la presidente del consiglio comunale Maria Grazia Grippo, in continuità con l’incontro di luglio in cui, in Sala Rossa, aveva dato il benvenuto alle venticinque #donne che partecipano ai Laboratori di cucina Fa bene Kitchen. Dal 2017, la gestione della trattoria Decoratori e imbianchini è affidata al gruppo S-nodi che lo gestisce come progetto di economia sociale e solidale. Una realtà definita “trattoria civile”, che si pone l’obiettivo di valorizzare una delle “piole” storiche della città per generare ricchezza comune e qualità enogastronomica nel rispetto del lavoro delle persone e dell’inclusione lavorativa e culturale.
Marcello Longhin