A tarda sera si cerca un approccio che sfoci in una conversazione, parlare di servizi sociali, di case di ospitalità notturna, di lasciare la strada ma con gli homeless è un lavoro a volte lungo e difficoltoso, perché vogliono restare lì oppure soffrono di dipendenze e disorientamento sociale e psichico. Il Piano freddo della Città 2020/21 è stato presentato il 19 novembre ai consiglieri della commissione Assistenza, e non si tratta soltanto di accogliere persone senza fissa dimora (a loro sono distribuiti volantini per conoscere i luoghi dove si trovano le case di ospitalità) ma il piano di inclusione prevede anche l’accoglienza in case per famiglie o madre/figlio minore.
Con l’emergenza sanitaria, tuttora in corso, devono essere prese le misure restrittive previste per evitare contagi o peggio focolai. Nelle case d’accoglienza sono utilizzati, periodicamente, tamponi rapidi che segnalano con certezza solo la negatività al virus, negli altri casi si accerta la positività con altri tipi di tamponi. La capacità di accoglienza, nel periodo da novembre 2020 fino ad aprile 2021, è arrivata ad oltre 800 posti letto. Tra le strutture temporanee ci sono 350 posti per le persone provenienti dalle palazzine ex Moi. E’ stato creato un polo di accesso unificato (diversamente da com’era in precedenza) che accoglie le richieste e tiene gli uffici in un unico luogo. Così come non ci sono più rotazioni delle persone senza fissa dimora nelle case di ospitalità, ciò per facilitare percorsi individuali. Sono già stati avviati 50 percorsi abitativi, l’obiettivo è di raggiungerne 70. Il piano prevede tirocini e laboratori, facendo coesistere servizi sociali e sanitari.
Tony De Nardo