Per la maggioranza uno storico atto di coraggio che evita lo stato di dissesto e risanerà in quattro anni i conti della Città, per le opposizioni una scelta sbagliata, intempestiva, inefficace: è il piano di riequilibrio dei conti, approvato lunedì sera dal Consiglio comunale con i 23 voti del Movimento 5 stelle.
La sindaca, Chiara Appendino, che ha predisposto il piano con l’assessore al bilancio, Sergio Rolando, chiude la serie di interventi che precedono il voto lamentando l’assenza di molti consiglieri di opposizione, a questo punto della seduta del Consiglio. “Questo – dice – è oggettivamente un atto fondamentale della Città. Anche io non sono felice di questa delibera, anche io vorrei parlare di investimenti ma abbiamo solo due scelte: o presentiamo un piano di interventi (che abbiamo avuto pochissimo tempo per preparare), o andare al pre-dissesto”.
Appendino ricorda di aver potenziato la riscossione come primo passo per ridare fiato alla cassa esausta della tesoreria e rivendica di avere scelto la strada delle politiche di bilancio severe ma orientate dall’obbiettivo di tutelare le fasce più deboli. La scelta del pre-dissesto, spiega, avrebbe sollevato la sua giunta dalle responsabilità politiche, ma avrebbe imposto per legge tagli lineari a tutti i capitoli del bilancio e soppresso agevolazioni tariffarie e tributarie colpendo soprattutto i cittadini economicamente più fragili.
“Punto di arrivo di un lungo percorso di rilievi presentati dalla Corte dei Conti e di deduzioni in risposta elaborati dalla Civica Amministrazione nel corso almeno dell’ultimo quinquennio”, recita la delibera, il piano prevede:
1. Riduzione delle spese correnti;
2. Aumento della riscossione delle entrate in conto competenza e in conto residui;
3. Riduzione dell’utilizzo dell’anticipazione di tesoreria;
4. Riduzione dell’ammontare dei residui attivi;
5. Gestione delle entrate non ricorrenti;
6. Entrate straordinarie;
7. Approvazione del piano di revisione degli organismi partecipati;
8. Piano di dismissioni immobiliari;
9. Riduzione dell’indebitamento e gestione prudenziale dei derivati;
10. Verifica complessiva delle garanzie fideiussorie e delle lettere di patronage;
11. Gestione dei fondi vincolati;
L’obbiettivo è realizzare, nel corso del mandato amministrativo, una riduzione di spesa corrente di 232,5 milioni di Euro e, per arrivare nel 2021, a 80 milioni di Euro in meno rispetto al 2017.
Le entrate straordinarie previste per il periodo 2018/2021 (vendite di immobili e di attività finanziarie, oneri di urbanizzazione) verranno invece impiegate, in parte, per il pagamento dei contributi relativi a GTT ed Infra.TO. con cui è stato previsto il rimborso in dieci anni delle quote di capitale ed interessi per i mutui contratti dalle due società.
Per Eleonora Artesio (Torino in Comune) il piano è una scelta politica che non affronta il grande tema del debito pubblico e ancora una volta getta sui cittadini il peso delle politiche nazionali di sottofinanziamento dei servizi pubblici.
Alberto Morano (Lista civica Morano) parla di un maquillage fraudolento della situazione finanziaria e dell’impossibilità di valutare l’efficacia delle misure previste.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino) definisce l’atto deliberato un piano di mere intenzioni, nel segno di una politica recessiva fatta di interventi generici che aprono spazi a possibili tagli dei servizi ai cittadini.
Stefano Lo Russo (Pd) ricorda che la Corte dei Conti chiedeva di individuare misure strutturali che nel piano però non si tradurrebbero in termini economici e di efficacia e efficienza delle misure, aggirando oltretutto i veri nodi politici e finanziari come la complessa situazione di GTT.
Difendono il piano e la scelta di fondo che rappresenta per la Città e la sua Amministrazione i consiglieri della maggioranza 5 stelle.
Fabio Versaci, parla di un momento storico per la Città e critica il trattamento che i media riservano all’Amministrazione. Ricorda che la Corte dei Conti denuncia da anni gli squilibri strutturali del bilancio e rinnova la sua fiducia alla Sindaca e alla Giunta.
Giovanna Buccolo torna alle settimane immediatamente successive all’insediamento dell’Amministrazione:” Fin dal settembre 2016 ci rendemmo conto che mancavano fondi per un lungo elenco di spese non previste nel bilancio e noi riuscimmo a salvare quei servizi portando in pareggio il bilancio”.
Per Deborah Montalbano “questo è un momento difficile, ma siamo qui da poco più di un anno e non mi sento responsabile degli squilibri di bilancio. Tuttavia ci assumiamo oggi questa responsabilità. Vedendo ora questi banchi della minoranza vuoti mi vergogno della politica”.
Francesco Sicari cita le osservazioni della Corte dei Conti sul bilancio previsionale 2016 che segnalava “assenza di specifiche formalizzazioni per 32,5 MIO che vengono comunque iscritti in entrata e che in fase di accertamento nel mese di dicembre risultano ridotti a meno della metà” e conclude “Non eravate in grado di amministrare”.
Silvio Lavalle