Gli effetti sociali della pandemia? Ancora non abbiamo visto quasi niente, saranno i prossimi anni a mostrare fino in fondo le conseguenze deleterie sull’economia e sulla società nel suo complesso del Covid-19. Ma anche le capacità di reazione del tessuto economico e sociale, oltre che delle istituzioni. Il professor Luca Davico ha oggi illustrato ai consiglieri e consigliere della V commissione Cultura, presieduta da Lorenza Patriarca, il segmento del Rapporto Giorgio Rota 2021 relativo ai temi dell’istruzione, di cultura e turismo e dello sport.
Un segmento di luci e ombre, Per quanto riguarda la scuola e l’università, i dati statistici per l’anno scolastico 2019-2020 presentano quello che è stato nettamente definito “un crollo delle bocciature” (negli istituti tecnici scesi da 8.5% a 1%), con un aumento dei voti medi conseguiti agli esami di maturità. Anche al Politecnico le votazioni medie agli esami risultano migliorate in due terzi dei corsi.
Tutto bene, dopo un quadrimestre in DAD? A giudicare dai test Invalsi, no. I punteggi sono risultati in calo tra il 2019 e il 2020. Un dato che il Rapporto Giorgio rota ha esaminato per le 15 aree metropolitane italiane, tra le quali Torino è risultata tra il 5° e il 7° posto, a seconda che si trattasse di elementari, medie o scuole superiori. La DAD nemica dell’acquisizione di competenze, quindi? Certo è che i test Invalsi hanno mostrato come nelle città metropolitane dove più lunghi sono stati i periodi di chiusura delle scuole (Napoli e Bari) il punteggio Invalsi è risultato inferiore di 4.4 punti, mentre sono le città ad aver conosciuto meno chiusure (Roma e Firenze) ad aver contenuto il calo tra l’1,8 del capoluogo toscano e il 2.3 della capitale. Le opinioni di docenti e studenti sulla DAD hanno mostrato quale suo unico punto di forza la possibilità di accedere alle registrazioni delle lezioni, forse un po’ poco. E resta il problema del disagio psicologico, di quelle “competenze umane” andate perse in due anni e che sarà dura tentare di recuperare.
Sul capitolo lavoro, il blocco dei licenziamenti e altre misure di sostegno hanno mitigato l’impatto dell’emergenza sanitaria. Ma anche così, tra il 2019 e il 2020 sono stati penalizzati soprattutto i giovani e insieme a loro le donne, in ogni fascia di età lavorativa. Interessante il fatto, segnalato dal professor Davico, che ad andare in tilt sia stato soprattutto il segmento dei lavori precari, a tempo determinato e/o in nero: i quali, in questa fase, rappresentano la parte forse maggioritaria dell’impiego giovanile. Anche in questo campo, secondo lo studio presentato, Torino non calca il podio tra le città metropolitane, è restata al 5° posto per l’occupazione giovanile ma è scesa al 6°se si parla di occupazione femminile. Preoccupazione per il futuro? Abbastanza, secondo il professor Davico, che ha ricordato come gli effetti più pesanti della crisi economico-finanziaria del 2008-2009 siano esplosi negli anni successivi.
Il turismo e la cultura, spesso intrecciati tra loro, sono stati una delle note più dolenti di questo periodo segnato dal Covid, almeno dal punto di vista del contraccolpo sull’economia. In un quadro che ha visto calare il turismo a livello mondiale, nel 2020, del 74%, l’Italia se l’è cavata meglio (-54%, ma con i turisti dall’estero scesi del 73%!). Se aveva resistito il turismo “all’aperto” – che nel 2021 aveva persino registrato un segno positivo – grande era stata la contrazione dei flussi turistici nelle città d’arte.
Anche Torino aveva visto quasi sparire i turisti nel primo semestre del 2020, poi un lieve recupero nei mesi estivi e una ripresa nei mesi centrali del 2021, pur restando al di sotto dei numeri dell’ultimo anno “normale” di riferimento, il 2019. Torino fra il 2019 e il 2020 è peraltro rimasta al suo 11° posto per “turisticità” (il peso del turismo sull’economia e la proporzione turisti/residenti) tra le metropoli. La sofferenza dei flussi turistici si è poi riversata, si legge nelle tabelle presentate dal professor Davico, anche nel calo dello sbigliettamento nelle roccaforti culturali dell’area torinese, a partire da Museo Egizio e Reggia di Venaria, con una ripresa nel 2021 che però non ha raggiunto i numeri “antecovid”. Nel 2020 i museio italiani hanno dovuto subire 186 giorni di chiusura, con ingressi contingentati nei periodi in cui potevano accogliere visitatori. Per il cinema, il 2021 ha visto incassi in ripresa rispetto all’anno precedente, che era stato drammatico: ma gli incassi sono rimasti lontani da quelli del 2019, pur raggiungendo il quintuplo del 2020.
Tinte fosche anche per i grandi eventi: concerti annullati, -83% degli ingressi alle fiere, sport bloccato o a porte chiuse. Note positive dal Salone del Libro, che nel 2021 ha superato gli ingressi del 2019, ma Artissima ed Expocasa non si sono riprese allo stesso modo. Segni di ripresa anche il business sportivo, il calcio di Serie A era crollato nel 2020 ma in ripresa molto parziale nel 2021, con Juventus e Torno ad aver sofferto un calo di spettatori rispettivamente del 53 e del 63%. Davico ha poi evidenziato l’impossibilità di analizzare la performance del grande evento sportivo sotto la Mole del 2021, le ATP Finals. Non esiste infatti, ha spiegato il docente del Politecnico, nessun dato ufficiale sul numero degli spettatori, che i ricercatori hanno provato a dedurre dividendo l’incasso (il cui dato è disponibile) per il prezzo medio di un biglietto, ipotizzando in questo modo circa 92.000 spettatori (sui 108.000 posti disponibili data la riduzione del 60% causa Covid. In particolare, ha pesato la scarsa partecipazione dall’estero.
Preoccupazione anche per lo sport di base, tradizionalmente sempre alle prese con problemi di budget e reso ancora più fragile dalle chiusure e limitazioni imposte dalla pandemia, che nel 2020 lo avevano quasi azzerato.
Temi importanti e complessi che hanno stimolato grande interesse tra i consiglieri e consigliere, diversi dei quali hanno voluto prendere la parola: Firrao (Torino Bellissima), Cioria, Greco, Tuttolomondo (PD), Diena (Sinistra Ecologista) e Ciampolini (Torino Domani), oltre alla presidente della commissione, Patriarca. Molti gli argomenti sollevati, dalla valutazione dell’impatto delle ATP Finals ai problemi della didattica a distanza, dalle difficoltà dell’associazionismo sportivo alla digitalizzazione del sistema formativo.
Claudio Raffaelli