Una prospettiva diversa. Per rendersi conto del valore artistico delle sculture che rendono così unico il cimitero monumentale di Torino, bisogna cambiare il modo in cui le si guarda. Avvicinarsi ed osservarle senza il dolore e la sofferenza che, inevitabilmente, accompagna le visite all’interno di un luogo tanto particolare. Opere volute per amplificare il ricordo dei propri cari, per enfatizzare un legame che da terreno diventa spirituale. Un cambio di prospettiva che si ritrova nel libro “Capolavori e meraviglie del cimitero Monumentale di Torino”, presentato ieri pomeriggio nei locali dell’Archivio storico della Città.
Scritto da Carlo Luigi Ostorero, docente al Politecnico di Torino e Parma, e illustrato dalle fotografie di Roberto Cortese, edito da Capricorno in collaborazione con AFC Torino e Archivio storico della Città, racconta la storia indissolubile delle due città, quella dei vivi e quella dei morti.
Ridisegna il Cimitero Monumentale come un grande museo a cielo aperto, specchio della società e della sua ricchezza culturale. Un percorso che dall’Ottocento arriva fino ad oggi per scoprire capolavori nascosti e spesso sconosciuti di grandi artisti quali Bistolfi, Vela, Canonica Reduzzi, Bellini, Rubino, Tabacchi, Mollino, Mastroianni.