Si è aperto un dibattito nella seduta dell’8 marzo 2024 della Quarta Commissione, presieduta da Vincenzo Camarda (PD) per comprendere meglio il funzionamento della co-programmazione e della co-progettazione nell’ambito delle politiche sociali.
Nell’occasione è stata audita Raffaella Dispenza (Acli) del Forum Terzo Settore Piemonte, l’ente più rappresentativo della regione con 40 soggetti aderenti, anche di secondo livello.
Non si tratta di una semplice procedura – ha spiegato – ma di metodi previsti dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore del 2017, che riguardano vari ambiti, non soltanto il welfare di comunità.
La co-progettazione – ha precisato – è più “operativa” ed è il metodo più diffuso, mentre la co-programmazione è ancora poco utilizzata.
È un investimento in termini di tempo e competenze sia per le Amministrazioni che per le associazioni, che richiederebbe un’ulteriore riflessione a livello politico per affrontare meglio la realtà locale – ha affermato. Anche per quanto riguarda il co-finanziamento – ha chiarito – che in altri territori non viene richiesto, oppure conteggia l’utilizzo di immobili di proprietà degli enti del Terzo Settore, che spesso sono poco patrimonializzati.
È un tema complesso – ha dichiarato Vincenzo Camarda (PD) – sul quale la Commissione ritornerà ogni sei mesi, anche per affrontarlo in termini concreti.
Si tratta di grandissime opportunità – ha ribadito nel dibattito in Commissione il consigliere Simone Tosto (PD) – che cambiano l’approccio nei confronti dell’ente pubblico, con il quale si lavora insieme per il bene comune.
Luca Pidello (PD) ha chiesto un approfondimento sui tempi e sulle risorse che deve mettere in campo un ente associativo; Pierino Crema (PD) sulle distorsioni dei co-finanziamenti e sulla continuità dei servizi.
Dobbiamo sostenere gli enti più piccoli e fragili a rischio estinzione in termini di risorse economiche e di personale – ha detto Amalia Santiangeli (PD) – ed è opportuno che la Città di Torino adotti un Regolamento per risolvere le attuali criticità e distorsioni.
La co-programmazione è faticosa, significa cedere “quote di sovranità” – ha sostenuto Anna Borasi (PD) – ma è necessario incentivarla, anche colmando i vuoti normativi, soprattutto per quanto riguarda il co-finanziamento.
Massimiliano Quirico