‘Senza falsa modestia ci tengo a dire che quasi un cittadino su dieci della provincia torinese è rumeno: un mio connazionale.’ Un dato sorprendente che Ioana Gheorghias – Console generale della Romania a Torino – ha ribadito durante i lavori della Commissione speciale contrasto ai fenomeni di intolleranza e razzismo di Palazzo civico presieduta da Ahmed Abdullahi (Pd). Sorprendente per chi ricorda la Torino del secolo scorso quando la presenza delle comunità straniere apparteneva all’analisi del calcolo infinitesimale. E visto che parliamo di numeri riepiloghiamoli: all’inizio del ’22 erano circa ottantottomila i rumeni che vivevano nella nostra provincia e poco più di quarantaquattromila nella sola città di Torino. Solo per fare un paragone col recente passato nel 2004 erano poco meno di quindicimila mentre all’inizio del 2008 si contavano quarantunmila presenze dopo le regolarizzazioni successive all’entrata del Paese nell’Unione europea. Un ulteriore dato significativo è la folta presenza nelle scuole e nell’Università: mille studenti rumeni sono iscritti all’Università di Torino e altrettanti al Politecnico. Giova ricordare poi le cinque parrocchie ortodosse romene a Torino; la chiesa cattolica in via del Carmine; la chiesa Avventista e quella Battista come la rilevante tendenza imprenditoriale: oltre un decimo dei romeni residenti nell’area metropolitana è un lavoratore autonomo e tra le circa trentunmila imprese straniere a Torino il ventitré per cento hanno titolari rumeni. Numerosissime le associazioni attive, tra queste una decina sono aggregate in una Federazione delle Associazioni romene e moldave in Piemonte (Farmp) i cui rappresentanti sono parte attiva del Patto per una Torino antirazzista. Una comunità ormai matura che ha superato le esigenze legate ai documenti, alla casa, al lavoro ben inserita nel contesto torinese ha commentato Gheorghias che ha rilevato un elemento critico: la bassa partecipazione alla vita pubblica, in particolare all’esercizio del diritto di voto: “l’iscrizione alle liste elettorali aggiunte non può essere fatta mentre si va in anagrafe per altri documenti. La nostra è una comunità molto operosa ed è difficile pensare che un mio connazionale prenda un giorno libero saltando il lavoro per andare a iscriversi. Se questo processo venisse agevolato la partecipazione elettorale aumenterebbe”.
Ai lavori della Commissione sono intervenuti i Commissari: Liardo – Greco – Viale – Fissolo – S. Damilano – Ciampolini – Abbruzzese – Ahmed – la vicesindaca Favaro – l’assessore Rosatelli.
Roberto Tartara