A spoglio delle schede iniziato, un primo dato certo e definitivo è quello dell’affluenza alle urne. Per la prima volta nella storia delle elezioni amministrative del dopoguerra, il totale dei votanti è sceso sotto il 50%, attestandosi al 48.06. In altre parole, soltanto 331.488 torinesi si sono recati ai seggi, mentre ad averne diritto sarebbero stati quasi 690mila.
Per dare un’idea del calo dei votanti – limitandosi all’ultimo decennio – al primo turno delle amministrative del 2016 era andato a votare il 57.18%, mentre al ballottaggio tra Chiara Appendino e Piero Fassino avevano votato il 54.41%. Nel settembre del 2020, il Referendum costituzionale sulla diminuzione dei numero dei parlamentari aveva raccolto il voto del 48.51% dei nostri concittadini. Il 60.25% aveva votato alle Europee del 2019, il 59.16 alle Regionali nello stesso anno. Le Politiche del 2018 avevano visto il 73.22 degli aventi diritto scegliere di recarsi alle urne.
Nel 2016, il Referendum costituzionale per il superamento del bicameralismo paritario aveva ottenuto la partecipazione del 71,49% del corpo elettorale. Le elezioni del 2014 per la Regione Piemonte erano state partecipate dal 62,82% , con le Europee al 64.14%. Decisamente più alta la percentuale alle Politiche del 2013, con il 77,04%, mentre alle elezioni per il rinnovo dell’ammini9strazione comunale del 2011, vinte al primo turno da Piero Fassino contro Michele Coppola, avevano messo la loro scheda nell’urna il 66,53% dei torinesi.
C.R.