Triciclo e la seconda vita degli oggetti ‘rifiutati’

Una seconda possibilità. L’associazione Triciclo si occupa sostanzialmente di questo, dare nuova vita agli oggetti del quotidiano che le persone non usano più, dimenticano in cantina, e poi buttano via. Triciclo si trova in via Arbe, all’interno dell’ecocentro Amiat, uno dei sette distribuiti in città con l’obiettivo di consolidare la raccolta differenziata domestica, riservata esclusivamente ai privati. Un capannone diviso fra il magazzino per lo smistamento degli oggetti raccolti e il punto vendita di quelli che vengono destinati ad una nuova vita. Un progetto, quello di Triciclo, già piuttosto conosciuto anche ai consiglieri delle commissioni Ambiente e Servizi pubblici locali che, ieri pomeriggio, hanno effettuato un sopralluogo nei locali di via Arbe dati in concessione all’associazione nata negli anni Novanta come cooperativa sociale e tuttora attiva sui temi della sostenibilità ambientale e dell’inserimento nel mondo del lavoro di persone in difficoltà.

Biciclette, libri, dischi, elettrodomestici, giocattoli, vestiti, dentro il punto vendita si trova un po’ di tutto. Oggetti arrivati per essere dimenticati che sugli scaffali di Triciclo trovano una nuova possibilità per essere utilizzati.

Dopo avere visionato i locali dell’associazione, l’interesse dei consiglieri si è spostato sulla parte di ecocentro gestita da Amiat, per verificarne il funzionamento e le modalità di conferimento. Parte di una filiera complessa quanto consolidata, all’interno dell’ecocentro lo scarico dei rifiuti deve essere effettuato dai cittadini mentre il personale di Amiat si occupa di presidiare gli accessi, regolamentare i flussi di scarico e fornire informazioni sul corretto conferimento dei rifiuti, tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 7 alle 19.

Marcello Longhin