Sono state più di 900 le segnalazioni pervenute l’anno scorso da parte di cittadini, in maggioranza agricoltori, relative alla presenza di cinghiali in aree abitate o agricole del territorio della Città Metropolitana di Torino.
Il numero degli irsuti animali, Sus scrofa il loro nome scientifico, che vivono nel territorio della nostra ex-provincia è stimato in circa trentamila. Gli agricoltori segnalano spesso danni alle colture, e talvolta gli animali si spingono anche in città, alla ricerca di cibo: a Torino, vi sono stati diversi riscontri della presenza di cinghiali nelle aree collinari e della precollina.
La Città Metropolitana, hanno spiegato le funzionarie dell’ente durante la riunione della VI commissione (presidente Claudio Cerrato) tenutasi stamattina, effettua regolarmente azioni di contenimento per mantenerne sotto controllo il numero. I soli quattro addetti in organico (ai quali si aggiungono dei volontari autorizzati) riescono a garantire lo sfoltimento di 2500 -3000 unità all’anno. Il pericolo rappresentato per la peste suina africana, il cui focolaio è per ora limitato alla fascia montana tra Piemonte e Liguria, ha indotto la Regione a emanare un piano di depopolamento per tutto il territorio piemontese.
Innocua per gli esseri umani, la peste suina africana – della quale i cinghiali possono essere veicolo – è considerata oltremodo pericolosa per gli altri animali, soprattutto per gli allevamenti di maiali, particolarmente presenti nell’area subalpina. Il piano regionale, per quanto riguarda il territorio della nostra ex provincia, prevede l’abbattimento di 15.000 esemplari (metà di quelli stimati), cosa che fa auspicare alla Città metropolitana la disponibilità di nuove celle frigorifere.
Il proliferare dei cinghiali è anche oggetto di costanti riunioni di verifica fra Città Metropolitana e Regione, la quale dovrebbe mettere a disposizione altre risorse umane. La questione, oggetto di audizione in commissione su richiesta del consigliere Iannò, verrà ulteriormente approfondita in altre riunioni.
Le funzionarie della Città Metropolitana presenti alla riunione hanno anche fornito altre informazioni: al momento sono due i macelli convenzionati con l’ente (uno nel Canavese e l’altro nel Pinerolese) e si cerca di appoggiarsi su una terza struttura in Val di Susa). Su domanda del consigliere Fissolo, le funzionarie metropolitane hanno specificato che ogni anni circa 500 cinghiali macellati vengono conferiti al Banco Alimentare, a fini benefici, mentre rispondendo al consigliere Firrao hanno segnalato l’opportunità di campagne informative rivolte alla cittadinanza, sia sui comportamenti da tenere in presenza degli ungulati, sia per la gestione dei contenitori dei rifiuti, che attirano gli animali in cerca di cibo.
Claudio Raffaelli