Il dibattito del passato tra sostenitori dell’industria o del settore turismo/ cultura quali motore della città è ormai superato: c’è la consapevolezza che non c’è contraddizione e che a fronte di una situazione complessa, ma non priva di opportunità, la politica deve mostrarsi in grado di collaborare, fare sinergia tra i diversi livelli istituzionali. Al di là delle differenze politiche, Comune, Regione e Governo devono cooperare. Inoltre, Torino non si salva solo con un’amministrazione comunale “illuminata”, ma se intorno ad essa c’è un sistema che discute e individua strategie, dove forze sociali, economiche, culturali ragionano insieme in un’ottica sistemica, a fronte di una città che vive trasformazioni molto più rapide rispetto al passato, dove ad esempio il tema demografico è centrale. Sono stati questi alcuni passaggi dell’intervento con il quale il sindaco Stefano Lo Russo ha concluso l’incontro con la conferenza dei capigruppo e le commissioni Lavoro e Ambiente, svoltosi oggi a Palazzo Civico e coordinato dalla presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, la quale ha ricordato come il confronto odierno rappresentasse il culmine di una serie di incontri e audizioni svoltisi negli ultimi mesi .
La riunione era iniziata con l’esposizione da parte del primo cittadino sulle prospettive della presenza del Gruppo Stellantis sotto la Mole, con particolare riferimento all’area di Mirafiori. Lo Russo, rievocato il protocollo siglato da Comune, Regione Piemonte e Stellantis nell’autunno scorso, ha riassunto i tre temi fondamentali: la reindustrializzazione della città (la quale non può prescindere da un settore che ne rappresenta ancora quasi un terzo del PIL), la transizione ecologica (sulla quale concentrare le politiche pubbliche in accordo con le aziende che attivano riconversioni in tal senso) e una stretta sinergia su innovazione e trasformazione tecnologica, per le quali Torino rappresenta un territorio idonei ad ospitare attività di ricerca e sperimentazione. Quanto a Stellantis, il sindaco ha ricordato come oggi, a differenza del passato, ci si trovi di fronte a un gruppo industriale globale, per il quale Torino è un sito importante ma da considerare nell’ambito di piani elaborati su una molteplicità di siti, in Italia e nel mondo. L’interlocuzione è quindi a livello internazionale e il governo deve avere un ruolo importante (il governo francese siede direttamente nel board della multinazionale). Torino è destinata a essere uno dei poli europei della ricerca sulla transizione all’elettrico, nei giorni scorsi è stato inaugurato il Battery Lab per la sperimentazione delle batterie dei motori elettrici, un centro di testing con 100 ricercatori: la prospettiva è quella di rendere autonomo il Gruppo Stellantis nel campo delle batterie. Anche nel campo del riciclo, Torino è stata individuata come centro di sviluppo di tecnologie per il recupero dei materiali delle batterie elettriche dismesse, grande sfida per il futuro di Mirafiori, dove viene ora prodotta la 500 elettrica. Tuttavia, ha sottolineato il primo cittadino, va considerata la questione occupazionale, dato che la realizzazione delle auto elettriche richiede mediamente il 25-30% in meno di manodopera rispetto alle attuali auto endotermiche. Inoltre, gran parte dell’attuale personale andrà in pensione nel giro di 7-8 anni e Stellantis intende incentivare gli esodi, riconvertendo inoltre il personale restante su nuove vocazioni. Le prospettive di nuove assunzioni saranno soggette anche a variabili indipendenti, quali l’andamento delle vendite.
Per quanto riguarda l’area dello stabilimento di Mirafiori, circa 3 milioni di metri quadri, in gran parte oggi vuoti, al momento sono state depositate in Comune due istanze di varianti urbanistiche su singole parti che il sindaco ha definito “non troppo significative”, mentre sull’insieme della superficie non risulta nulla agli atti.
Sulla transizione alla mobilità elettrica, ha sottolineato il sindaco, l’Italia sconta anche un ritardo sulla produzione dell’energia elettrica, il cui consumo crescerà in maniera esponenziale. In ogni caso, Torino è una delle aree geografiche europee più idonee a cogliere le opportunità e gestire le negatività.
Nel dibattito seguito all’esposizione da parte di Lo Russo, sono intervenuti un gran numero di consiglieri e consigliere. De Benedictis (Fratelli d’Italia) ha definito insufficienti i risultati raggiunti, con troppe incognite per Mirafiori e gravi difficoltà per l’indotto del comparto automotive, mentre Russi (Cinque Stelle) ha sottolineato il problema occupazionale, evidenziando come i progetti avviati da Stellantis non determinino nuove assunzioni e prospettando un’interlocuzione tra Consiglio comunale e azienda. Ravinale (Sinistra Ecologista) ha ricordato come l’area Stellantis di Mirafiori costituisca anche un patrimonio della città, auspicando un vasto dibattito sul suo futuro: importante l’impegno sul riciclo ma occorrono anche assunzioni oltre alla riqualificazione del personale.
Da parte sua, Crema (Partito Democratico) ha definito importante aiutare chi vuole investire a Torino in ambito manifatturiero, tenendo presente che la città può avere futuro se riuscirà a tenere insieme il settore industriale insieme agli altri ambiti. Il compito della Città è quello di accompagnare e monitorare un processo che può cambiare il nostro territorio, tenendo aperto il confronto sulle aree TNE e proseguendo il confronto con le organizzazioni sindacali. Sempre per il PD, Nadia Conticelli ha ricordato come sia difficile costruire il futuro con lo stesso sguardo del secolo scorso, perché la città non può avere una sola vocazione come in passato: non serve “battere i pugni” ma occorre essere attrattivi, costruendo cordate ed esprimendo, attraverso il Piano regolatore, le condizioni perché Torino possa esprimere le sue potenzialità.
Claudio Cerrato (PD), ritiene che manchi a livello nazionale una chiara politica industriale. Il passaggio da motore endotermico ad elettrico, ha sostenuto, richiede una serie di trasformazioni per le quali Torino potrebbe mettere a disposizione infrastrutture, come Iren, i rapporti col Politecnico e il sistema di logistica. Firrao (Torino Bellissima) ha invocato maggiore concretezza da parte del Consiglio comunale, sottolineando la necessità di pianificare la nostra comunità per il prossimo decennio, individuando la Torino del futuro e offrendo opportunità agli investitori privati. Garcea (Forza Italia) ha detto di avere l’impressione di assistere al funerale della vecchia Mirafiori con il battesimo della nuova ancora lontano, ricordando che il 30% di personale in meno per le nuove tecniche di produzione rappresenta altrettante famiglie in difficoltà ed esprimendo fiducia nell’attività del ministro Urso. (Viale (Radicali +Europa) ha deplorato la mancanza di un’iniziatica sindacale nazionale verso Stellantis e la debolezza dell’intervento da parte del governo, sostenendo che Torino dovrà seguire l’evoluzione tecnologica e culturale senza limitarsi a inseguire altri.
Apollonio (AD-Demos) si è detta stupita del fatto che le forze politiche filogovernative non colgano che le città non possono gestire problemi come quelli che vedono Torino come tassello inserito in un mosaico più vasto: la Torino futura si costruisce insieme e il Piano regolatore rappresenta uno strumento fondamentale per la Città. Greco (PD) ha ricordato come dal centrodestra non si fossero viste reazioni dopo l’assegnazione a Termoli della Gigafactory, mentre oggi ribaltano sul sindaco la responsabilità: anche i parlamentari sui banchi consiliari non hanno preso iniziative. E resta il problema del prezzo troppo elevato delle auto elettriche attuali. Tuttolomondo (PD) ha evidenziato come la Città debba creare un terreno fertile per le multinazionali, con il politewcnico quale polo di attrazione. La transizione all’elettrico modificherà le professioni e se il personale verrà ridotto in alcuni settori, si apriranno nuove possibilità in altri.
C.R. – F.D’A.