Chi nel 1980 era poco più che adolescente, ricorda ancora cosa stava facendo in quel 2 agosto, quando giunse la notizia dello scoppio dei 23 chilogrammi di esplosivo alla stazione centrale di Bologna, così come accade in presenza di gravi tragedie.
Una violenta esplosione che distrusse la sala d’aspetto della stazione di Bologna, l’area dei taxi e la pensilina al binario uno dove sostava il treno Basilea Ancona. Furono 85 le vittime e oltre 200 i feriti di quella che fu identificata come strage neofascista.
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio rivolto a istituzioni e familiari delle vittime, in occasione del 43° anniversario, ne ha ricordato la matrice sottolineando come “l‘Italia abbia saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura. E’ servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. E’ servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”.
Questa mattina, le istituzioni locali, accompagnate da sindaci e amministratori provenienti da tutta Italia, hanno dato vita al tradizionale corteo attraverso le vie del centro, insieme al presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, per ricordare le vite spezzate tra le quali quelle di sette bambini (la più piccola aveva tre anni, il più grande 14).
Torino, come ogni anno ha voluto far sentire la sua vicinanza e la sua solidarietà all’Associazione e al capoluogo emiliano. Il consigliere comunale, Pierino Crema ha rappresentato la Città, accompagnato dal Gonfalone Civico. Un’occasione per dimostrare l’impegno del capoluogo piemontese, medaglia d’oro della Resistenza al Valor Militare, in difesa della democrazia, della giustizia e della legalità, valori che quella strage mirava a sovvertire.
Federico D’Agostino