Il monumento all’Autiere d’Italia è una di quelle strutture che non si notano, ma dal forte valore simbolico. Dal 1965 è parte integrante dal Parco Italia ‘61 e i residenti erano abituati a passargli di fianco senza farci troppo caso. Abituati a quella presenza a forma di ruota, posta non a caso di fronte al Museo dell’automobile, e forse poco informati sul suo significato, forse non si sono nemmeno accorti della sua improvvisa sparizione all’interno di un cantiere. Ma il tempo che passa inesorabile e l’aggressività degli agenti atmosferici avevano provocato danni importanti alla struttura e indotto la Città ad intervenire per un’opera di restauro quanto mai necessaria. I lavori sono terminati di recente e permetteranno, da oggi, a residenti e passanti, anche solo distrattamente, di tornare ad osservarlo durante una passeggiata sul lungofiume. Il restauro ha riguardato la pulizia e la protezione delle diverse parti dell’opera, dalla struttura in cemento armato al bassorilievo in bronzo fino al basamento in granito. Inoltre, intorno al monumento è stata posizionata una siepe circolare di arbusti ornamentali rosso porpora, che ne segue la forma. Il monumento, è bene precisarlo, è stato eretto in memoria degli appartenenti a quello che oggi si chiama Arma dei Trasporti e materiali, che assolve i compiti legati alla logistica dell’Esercito, ma trae origine dal nucleo di militari addetti alla condotta delle automobili a benzina costituito nel 1903 presso la Brigata Ferrovieri del Genio e costituita il 1° settembre 1906 in “Sezione Automobilistica”. In sostanza, la struttura alla base dell’organizzazione militare di un esercito, la cui missione principale riguarda la gestione e il trasporto dei materiali d’armamento indispensabili per il movimento ed il combattimento terrestri. Un servizio che oggi si estrinseca soprattutto nelle missioni dei nostri contingenti nelle operazioni lontano dall’Italia. Il monumento è stato realizzato nel 1965 su iniziativa dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, e porta la firma dello scultore Goffredo Verginelli, dell’architetto Renato Costa, dell’ingegnere Renato Giannini. Concluso il restauro, questa mattina si è tenuta una cerimonia per a cui hanno partecipato l’assessore alla Cura della città Francesco Tresso, il presidente dell’Associazione nazionale Autieri d’Italia Gerardo Restaino, il Capo dell’Arma Trasporti e materiali Sergio Santamaria, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Domenico Garcea, il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano. Prologo della cerimonia odierna, ieri pomeriggio Palazzo Arsenale ha ospitato un concerto della banda dell’Arma Trasporti e materiali dell’Esercito che si è esibita in un programma variegato composto da musiche di Ennio Morricone e arie verdiane, dall’operetta di Karl Costa a un medley dedicato a Santana fino alla Turandot, all’Orfeo di Offenbach e alla conclusione con l’Inno di Mameli.
Marcello Longhin