L’obiettivo è quello di dare sicurezza gestionale e portare al Teatro le risorse necessarie per chiudere il debito pregresso.
E’ il punto di partenza per il piano di rilancio del Teatro Regio, al quale sta lavorando, da settembre dello scorso anno, la commissaria Rosanna Purchia e che questa mattina ha illustrato ai consiglieri della commissione Cultura, presieduta da Massimo Giovara.
Si tratta di un piano di risanamento che dovrà essere presentato al Mibact e al Mef entro il 25 marzo e che si potrà concretizzare anche grazie alla Legge di Bilancio 2021 che ha previsto fondi utilizzabili esclusivamente per estinguere il debito degli anni passati.
“Si tratta, ha spiegato Purchia, di fondi straordinari utili a liberare il Regio dal fardello del debito e solo a questo punto cambierà lo scenario. Solo a questo punto il teatro potrà essere riconsegnato alle istituzioni per la nomina di un sovrintendente perché il Teatro possa avere nuova vita. Dovrete vigilare, ha detto rivolgendosi ai consiglieri, perchè chiunque sarà nominato, operi secondo la legge, senza intromissioni di politica o sindacati, libero e autonomo nelle scelte e con un controllo puntuale sui conti”.
La commissaria ha quindi ricostruito il lavoro dal momento del suo insediamento ad oggi, uno story board che evidenziasse le criticità gestionali, economiche patrimoniali e finanziarie da affrontare perché si potessero trovare soluzioni con un impatto già nel bilancio 2020 con effetti positivi anche nel budget 2021. Ha spiegato come le direttrici di intervento siano state quattro e siano state rivolte all’organizzazione e ai processi aziendali, miglioramento della gestione del personale, azioni di marketing e recupero di immagine, lavori di ammodernamento del teatro compresa la parte informatica. Per ogni direttrice, ha spiegato, sono state individuate le azioni da porre in essere e i relativi responsabili, mentre non si è fatto ricorso a risorse esterne. A dicembre è stato pubblicato il nuovo organigramma.
Da parte dei consiglieri, diverse richieste di approfondimenti in particolare su questioni legate al personale e alla tutela dell’occupazione o alla volontà di esternalizzare servizi, come la biglietteria, non direttamente rientranti nel core business del teatro, o alla possibilità di riduzione di compensi da parte dei dirigenti del Teatro.
Il dibattito è stato a tratti vivace, sintomo, ha sottolineato la commissaria, di affetto verso il teatro Regio che, ha sottolineato con entusiasmo, nessuno potrà mai fermare.
Federico D’Agostino