E’ stata la Conferenza dei capigruppo, ad esaminare oggi la petizione rivolta al Consiglio comunale affinché venga indetto un referendum cittadino, a carattere consultivo, sulla realizzazione del collegamento ferroviario ad alta velocità fra Torino e Lione. La petizione, corredata da circa 900 firme, era stata presentata alla stampa, con un “Diritto di Tribuna”, il 5 febbraio scorso.
I promotori della petizione, tra i quali l’ex consigliere comunale Silvio Viale, hanno ribadito la loro convinzione che il referendum possa essere un’occasione importante per fare esprimere i torinesi, soprattutto – hanno sottolineato – dopo l’ordine del giorno “No TAV” (sospensione dei lavori per la nuova linea ferroviaria in attesa dei risultati di un’analisi dettagliata dei costi/benefici) votato a maggioranza in Sala Rossa il 29 ottobre scorso. Un pronunciamento che, a parere dei firmatari, non corrisponde all’opinione della maggioranza dei cittadini torinesi.
Nel dibattito, coordinato dal presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari, alcuni rappresentanti dell’opposizione (il vicepresidente vicario Enzo Lavolta del PD, Alberto Morano della lista Morano e Francesco Tresso della lista civica per Torino) sono intervenuti in appoggio ai contenuti della petizione. Quest’ultima, dal punto di vista procedurale, non potrebbe comunque approdare in aula in quanto tale, ma occorre che almeno un consigliere si faccia carico di formulare la proposta di referendum in una delibera d’iniziativa consiliare.
Lavolta, Morano e Tresso si sono detti disponibili in questo senso, invitando la maggioranza a non denotare miopia o ritrosia di fronte all’espressione dell’opinione della cittadinanza. La capogruppo di Torino in Comune, Eleonora Artesio, ha segnalato come occorrerebbe piuttosto maggiore chiarezza sull’ipotesi referendaria ventilata dal presidente della Regione Piemonte Chiamparino.
La vicepresidente Viviana Ferrero (M5S) ha riassunto le perplessità della maggioranza in termini di tempi (l’analisi costi/benefici è ormai acquisita) e di ambito territoriale (limitazione alla sola Torino). Sulla richiesta di un referendum consultivo cittadino, la capogruppo del M5S Valentina Sganga ha infine bocciato e definito ipocrita la proposta, dato che per anni le istituzioni non avevano neppure avviato un dialogo con coloro che avversano il TAV. Sganga ha inoltre segnalato come l’analisi costi/benefici sia stata effettuata ed abbia dato un risultato evidente. Ragion per cui, ha concluso, in questo momento un pronunciamento referendario, che risulterebbe tardivo e inutile: le risorse prima previste per la TAV, vanno invece destinate dal governo alle vere priorità del Piemonte e del Paese.
Claudio Raffaelli