Un linguaggio corretto è indispensabile ad un approccio corretto con le persone e con la realtà nel suo complesso. E in questo senso, la lingua non può non evolversi insieme alla comunità che la usa, accompagnando i cambiamenti della vita sociale nelle piccole come nelle grandi cose. Superando la concezione per cui, tradizionalmente, si poteva ad esempio dire “impiegata” ma non “sindaca”. Della necessità di un linguaggio che superi le discriminazioni di genere, la Città di Torino è convinta sostenitrice da vari anni, al punto di avere varato, nel 2017, delle linee guida per un uso non discriminatorio della lingua italiana nell’attività amministrativa. In quest’ottica, anche le piccole cose possono avere un significato che va al di là del loro peso specifico.
E’ il caso di una vicenda emersa nel corso della seduta odierna della commissione Diritti e Pari opportunità, presieduta da Marina Pollicino. Due consigliere, Maria Grazia Grippo e Maura Paoli, avevano formalmente segnalato al presidente del Consiglio come a Palazzo Civico continuassero ad essere presenti, nei servizi, sacchetti igienici con la dicitura “La cameriera provvederà al ritiro”. Si trattava di una vecchia fornitura in via di esaurimento – era poi stato verificato in seguito alla segnalazione delle consigliere – ed ora in corso di sostituzione con materiali più recenti. Sacchetti con diciture che, con maggior aderenza allo spirito del tempo, evitano stereotipi di genere – come l’attribuire necessariamente ad una donna i lavori di pulizia – e si limitano ad invitare ad un corretto smaltimento.
Claudio Raffaelli