Si torna a discutere del teleporto di via Centallo. A riproporre la questione all’attenzione delle commissioni Ambiente e Sanità, un’interpellanza del consigliere Francesco Sicari, con la quale si chiede se esistano relazioni tra le onde elettromagnetiche diffuse dalle antenne di Skylogic, sistemate in quel luogo al tempo dei Giochi olimpici del 2006, e alcune patologie fra i residenti.
Un problema dibattuto da tempo sollevato da cittadini che lamentavano sintomi come bruciore agli occhi, tremori delle gambe, stanchezza, disturbi dell’udito.
Nel corso della riunione delle due commissioni, riunite sotto la presidenza di Federico Mensio, tecnici dell’Arpa, con l’epidemiologa Cristiana Ivaldi, hanno illustrato due studi svolti nel 2008 e nel 2014 con metodologie diverse, secondo i quali non ci sono elementi che, da un punto di vista scientifico, possano stabilire l’insorgenza di gravi patologie per l’esposizione ad un inquinamento elettromagnetico.
Alcuni casi di incremento di malattie non sono scientificamente riconducibili alla presenza delle antenne, a causa del basso numero di casi in relazione all’area scelta e in relazione alla mancanza di adeguati riscontri di certezza in campo scientifico, a fronte di un’esposizione a basse dosi di campo elettromagnetico.
A questo proposito è stato ribadito come l’Arpa abbia effettuato misurazioni risultate al di sotto dei limiti di legge ma, soprattutto, è stato spiegato come le antenne a parabola “dialoghino” con satelliti, quindi devono trasmettere un segnale in linea retta, che collega un punto ad un altro punto, evitando quindi che la trasmissione dei segnali impatti con le case circostanti.
E’ stato invece riconosciuto dall’Arpa come la presenza del teleporto rappresenti una fonte di preoccupazione per i residenti della zona tale da creare ansia o disturbi correlati. Chi ha paura dell’aereo, è stato spiegato a titolo di esempio, vive situazioni di stress ed ansia anche se l’aereo non è responsabile di effetti diretti sulla salute dell’individuo.
Di qui, il suggerimento di Arpa a valutare l’opportunità di uno spostamento in altro luogo delle antenne.
Federico D’Agostino