Continua il percorso dell’Amministrazione torinese per la promozione del software libero, così come chiesto anche dalla mozione approvata dal Consiglio Comunale il 3 aprile 2017 (primo firmatario: Federico Mensio – M5S).
Su richiesta dello stesso consigliere Mensio, infatti, il 2 agosto 2019 sono stati auditi in Commissione Smart City – presieduta da Aldo Curatella – il rappresentante dell’Associazione per il Software libero Marco Ciurcina e il presidente dell’Italian Linux Society (ILS) Roberto Guido.
Quella del software libero – ha spiegato Ciurcina – è una scelta che non ha solo implicazioni tecnologiche, ma anche economiche e culturali, con la creazione di “beni comuni”. C’è un modello etico, sociale e antropologico diverso da quello del business ordinario dei software proprietari.
A Torino – ha aggiunto – grazie anche all’influenza del professore del Politecnico Angelo Raffaele Meo, ci sono una forte sensibilità e una cultura del software libero, su cui stanno lavorando anche il competence center del CSI Piemonte e le Amministrazioni.
Non è solo una questione di risparmio economico – ha aggiunto Guido – ma anche di accrescimento delle competenze e di investimenti sul territorio.
La questione dell’utilizzo di software liberi e open source nell’amministrazione torinese verrà approfondita a settembre, sempre nella Commissione Smart City, anche per verificare quanto è già stato fatto dal Comune di Torino in ottemperanza alla mozione votata dalla Sala Rossa e per valutare l’impatto delle recenti “Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 23 maggio 2019.
Massimiliano Quirico