I Pfas andrebbero bloccati alla fonte per ridurre efficacemente l’esposizione degli esseri umani a questi inquinanti organici. Lo ha affermato Paolo Romano, presidente di Smat, durante la riunione della commissione Ambiente, presieduta da Claudio Cerrato che ha affrontato il tema della qualità dell’acqua di Torino e dei 293 comuni della città metropolitana e dei relativi controlli integrati che svolge l’azienda che gestisce l’acquedotto torinese.
Questi inquinanti, ha spiegato l’amministratore delegato, Armando Quazzo, si trovano in numerosi processi industriali e all’interno di prodotti di largo consumo come cosmetici, prodotti per le pulizie, pitture, imballaggi alimentari, tessuti, schiume antincendio, pesticidi, pentole antiaderenti.
I limiti previsti dalle nuove normative prevedono la somma dei 24 Pfas pari a 0,1 microgrammi/litro mentre la somma dei Pfas totali pari a 0,5 microgrammi al litro, limiti che entreranno in vigore dal gennaio 2026, secondo quanto previsto dalla Direttiva europea.
Data la vocazione industriale dell’area metropolitana torinese, Smat ha effettuato studi e monitoraggi sui Pfas per valutarne la presenza e il relativo rischio.
Nel 2023, in 218 comuni sono stati analizzati 963 campioni e 22.053 parametri dei quali 818 campioni e 18.885 parametri sull’acqua potabile.
I risultati evidenziano che i campioni rispettano ampiamente il valore di 0,1 microgrammi/litro previsto dal D.Lgs. 18/2023 per 24 composti. Nella maggioranza dei comuni (Torino compreso) sono state riscontrate concentrazioni inferiori al limite di quantificazione pari a 0,01 microgrammi/litro o la loro totale assenza.
L’acqua prodotta e distribuita da Smat, è stato sottolineato, rispetta i rigorosi standard di sicurezza e qualità prescritti dalle normative, garantendo la salubrità per i consumatori.
In generale, per tutti i controlli, sono 3000 i punti di campionamento lungo l’intera rete idrica, alle fonti, negli impianti di produzione e lungo la rete di distribuzione. Sono 20.000 i campioni prelevati annualmente, 680 mila parametri analizzati, il 99,96% dei quali all’interno dei parametri di legge.
Sul sito della Smat è possibile consultare le analisi dell’acqua suddivise per comune. Allo stesso modo è possibile chiedere le stesse informazioni all’avatar Claudia di Smat, attivando la funzione vocale.
Federico D’Agostino